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Portello: quando il Recupero Urbano non è un plateau de ‘petits’ gâteaux

From 01.01.2008 to 31.12.2008

La serata sold out di giovedi 29 Novembre 2007 dedicata al Portello ha visto presenti tutti i protagonisti di questo importante intervento.

Ennio Brion ha lucidamente introdotto la storia per molti aspetti pionieristica dell’operazione – nel ’98 addirittura non era ancora operativo lo strumento del Piano integrato di intervento.

L’arch Ornella Lachi –Pirelli RE - ha descritto minutamente la programmazione e contrattazione che ha costituito la necessaria regia dell’intervento.

Quindi Piero Valle ha fornito l'inquadramento urbanistico, partendo dalla gestazione del progetto da parte del padre Gino, che non apprezzava particolarmente il fuori scala della testata della Fiera di Bellini. Queso apprezzamento non è stato evidentemente gradito dall’arch. Marco Romano, presente in sala, che ha dato seguito ad un grazioso teatrino. Di fatto proprio tale elemento – il timpano belliniano - ha dato origine alla composizione della piazza a ventaglio che genera tutto l’intervento edilizio del comparto affidato allo Studio Valle: i tre blocchi per uffici dalla copertura appunto inclinata si giustappongono al fuori scala della Fiera.
Valle ha descritto in dettaglio il percorso pedonale di attraversamento di viale Scarampo – disegnato da Arup Italia, presente in sala l’ing. Gabriele Del Mese, che tuttavia non è intervenuto - e quindi il centro commerciale con la sua ‘vela’, un grande portico coperto destinato a ricucire i 5 blocchi che compongono, di fatto, un unico comparto commerciale – spezzettato a causa del regolamento del Comune, che non permetteva di realizzarlo in un unico moll.

Segue il contributo di Cino Zucchi il quale, come sempre, in modo brillante ed estroso ha descritto con disegni e foto il suo intervento, che coniuga la continuità della cortina al piede con l’astrazione rigorosa della tradizione del moderno milanese – con tanto di declinazione dei riferimenti. Le sue torri concuse da un cappello preso in prestito da Luigi Caccia Dominioni, come ricorda giustamente l'arch. Raggi, riescono di fatto a dialogare anche con l’edilizia popolare del boom milanese (quello degli anni ’60..) contigua all'intervento, così come con l’ex mensa inglobata nell’impianto.

Quindi Canali jr ha descritto la residenza di lusso disegnata dal suo papà, introducendo un concetto molto intrigante di stanza all’aperto – che chiama "la stanza in più" -, sia come elemento plastico/compositivo che come qualità dell’abitare.

Andreas Kipar ha introdotto Charles Jencks, autore delle sistemazioni del parco, ispirato da concetti quasi mistici di tempo e sospensione dello spazio, origine delle sue sinuose curve. Il suo verde ha come massima elevazione una collina con due percorsi elicoidali, sulla cui sommità verrà posta una scultura ispirata alle sinusoidi del DNA.

Chiude la serata l’intervento di Marco Romano che, con la precisione e la pazienza dello scienziato moderno ha spigato come al Beruto non possa che succedere il Beruto stesso, avendo l’isolato urbano regole così rigorose che anche interventi di ricucitura come quello di Valle non sanno rispettare.

Sarà, ma l’immagine proiettata e descritta da Ennio Brion, che vede montato nella pianta della città il progetto del Portello accanto a quello della Fiera Citylife, la dice lunga sull’attenzione sapiente della cultura urbana che ha sotteso la sua ottima operazione.

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