From 14.07.2021 to 21.07.2021
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Area:
4
From 14.07.2021 to 21.07.2021
La Fondazione, in collaborazione con l'Ordine degli Architetti di Milano, propone nei mesi di giugno e luglio un ciclo di appuntamenti tematici dedicati alla valorizzazione di abilità e competenze trasversali alla professione, curati dal docente Daniele Scaglione.
Obiettivo del ciclo:
Risolvere problemi, evitare o superare conflitti e prendere decisioni: abilità e competenze trasversali - conosciute anche come "soft skills" - che rivestono in ambito lavorativo un ruolo sempre più importante a qualunque livello e nei diversi settori. Concentrarsi e migliorare queste abilità può avere un impatto positivo all’interno di gruppi professionali e nell’organizzazione complessiva del lavoro. Leggere il cambiamento nel proprio settore, prevenire e gestire conflitti ed arrivare a prendere le giuste decisioni, coordinando un team di lavoro o esserne parte attiva esprimendo al meglio le proprie capacità: queste sono alcune delle sfide che ci si trova ad affrontare in varie fasi del proprio percorso professionale e su cui il ciclo formativo intende fornire riflessioni utili, strumenti e percorsi di approfondimento. Il ciclo è organizzato in diversi focus tematici - ciascuno della durata di 4 ore (suddivise in 2 incontri ciascuno), frequentabili singolarmente. E' visibile qui la notizia relativa al ciclo completo.
Numero massimo iscritti: 24 partecipanti.
Modalità di fruizione:
Le lezioni si svolgeranno tramite la piattaforma GotoMeeting (verrà inviato il link qualche giorno prima dell’inizio del corso). È preferibile avere una webcam per una maggiore interazione con il docente.
3° corso: 14 e 21 luglio 2021 - Prendere decisioni | 4 cfp - dalle ore 13.00 alle ore 15.00
Obiettivi: Quando in un gruppo si prende una decisione, si cerca un equilibrio tra questi due elementi: efficienza e consenso. Essere efficienti significa prendere una decisione che produce un risultato concreto, ottenere il consenso significa che questa decisione può davvero essere implementata.
Programma:
I Modulo: cosa c’è, in una decisione
- La decisione all’origine di tutto. Quando in un gruppo di persone è necessario prendere una decisione, in realtà una decisione è già stata presa: quella di stare insieme. Ragionare sulla motivazione – che si può anche chiamare ‘missione’ – da cui è nato il gruppo/studio può essere un buon punto di partenza per parlare di processi decisionali.
- Uscire dall’incertezza. Le decisioni svolgono da sempre una funzione fondamentale: ci aiutano a uscire dall’incertezza. Tra le cose che noi esseri umani sopportiamo meno ci sono le situazioni indefinite: ci procurano ansia quando non addirittura angoscia. Prendere decisioni è dunque un processo positivo, che ha il potere straordinario di farci uscire dalla dimensione dell’incertezza. Un potere che, però, va usato con attenzione. È necessario implementare una decisione in modo ben calibrato, sapendo dove è opportuno forzare e dove è meglio non farlo.
- Decidere è faticoso. Scegliere un gioco da fare tra amici, comprare un paio di scarpe o un vestito eleganti, trovare regali per le persone che si amano, pianificare le vacanze, mettere su casa, sposarsi… sono tutte attività belle, che rendono la nostra vita interessante ma sonotutte attività faticose, alle volte addirittura stressanti. Decidere è faticoso nella vita privata così come in ambito lavorativo. La stanchezza ci può far prendere cattive decisioni o portarci a non decidere ma, come recita un detto che è quasi uno scioglilingua, ‘anche decidere di non decidere è decidere’. Bisogna pensare ai processi decisionali come a uno dei processi produttivi più impegnativi e trattarli come tali, programmandoli, valutandone il carico e l’impegno necessari e aiutando chi le decisioni le deve prendere, a sopportarne la fatica.
II Modulo: le modalità con cui decidiamo
- Decisioni razionali vs. decisioni emotive. Per quanto ci sforziamo non riusciamo mai a prendere le decisioni su basi esclusivamente razionali. Nelle nostre decisioni subentrano anche spinte emotive: non dobbiamo cancellarle, bensì imparare a riconoscerle e assegnar loro il giusto ruolo. Nell’implementare le decisioni abbiamo a che fare con le emozioni, che possono giocare a favore o contro la stessa decisione. Siamo esseri umani, non algoritmi.
- Decisioni lente vs. decisioni veloci. Collegato al punto precedente c’è il tema del tempo dedicato ai processi decisionali. Si potrebbe pensare che le decisioni veloci sono quelle più emotive, più impulsive, mentre le decisioni lente sono più razionali, più ponderate. Ma non è così semplice: molte decisioni si prendono velocemente perché i fatti a loro supporto sono evidenti, altre si prendono lentamente perché il carico emotivo che si portano appresso le rallenta. La distinzione tra decisioni lente e veloci è dettata dalla ricerca dell’efficienza: ci sono decisioni a cui vale la pena dedicare più tempo rispetto ad altre. Saranno analizzati i criteri per distinguerle e si chiarirà la differenza, cruciale, tra velocità nel prendere una decisione e velocità nell’implementarla, la stessa decisione.
- Chi decide? I ruoli nell’organizzazione. «Ma chi è che ha deciso questa cosa?». In un’organizzazione, anche nella più verticistica, tutte e tutti prendono delle decisioni, in modo formale e informale. Alcune decisioni, naturalmente, hanno maggiore impatto rispetto ad altre ma tutte influenzano la vita dell’organizzazione. Avere chiarezza sui ruoli, nei processi decisionali, è un requisito fondamentale per prendere decisioni efficaci che consentano di raggiungere gli obiettivi e tenere insieme la squadra.
- Come si decide? Rassegna delle modalità con cui vengono prese le decisioni: unanimità, minoranze, maggioranze, autorità… capirsi bene sul modo con cui si prendono le decisioni è anche un modo per evitare un’insoddisfazione molto diffusa: quella dovuta non alla decisione in sé ma alla modalità con le quali è stata presa.
- L’ascolto. Se chi prende una decisione ha l’opportunità di ascoltare chi ne sarà interessato, potrà prendere una decisione migliore. Certo l’ascolto è un processo delicato, a rischio ambiguità: dev’essere sempre chiaro che essere ascoltati non significa avere il potere di decidere, dev’essere chiaro chi è che decide, alla fine. L’ascolto nel processo decisionale serve dunque a prendere decisioni più efficaci, a prevenire i timori e a valorizzare le aspettative e le ambizioni.
- Il tempo e le risorse per le decisioni. Quanto tempo e quante risorse dobbiamo dedicare alle decisioni? Esiste un modo per distinguere le decisioni in un impegnative o meno? E per capire quali decisioni possiamo delegare?
- Far salire a bordo. Una decisione è quella giusta se consente di raggiungere un obiettivo efficacemente e se è compresa e condivisa da chi la deve implementare. È necessario rendere le persone ben consapevoli del perché si è presa una certa decisione, della sua importanza e, soprattutto, del ruolo che le persone interessate devono giocare nell’implementarla. Si usa così l’espressione ‘far salire a bordo’, che significa coinvolgere in modo pieno. Ciò non esclude, naturalmente, che vengano prese decisioni impopolari o che addirittura rischiano di spaccare il team. Ma un buon coinvolgimento nel processo decisionale, anche in questi casi estremi, potrà ridurre i danni. In definitiva, un buon processo decisionale è quello che aumenta nelle persone il sentirsi responsabili dei risultati, degli obiettivi, dello sviluppo dell’azienda.
Metodo di lavoro
Gli incontri saranno fortemente interattivi. Il docente proporrà esercizi, riflessioni, approfondimenti, e vedrà i partecipanti coinvolti nella condivisione della esperienza professionale (sempre, naturalmente, salvaguardando privacy e riservatezza). Questo consentirà di dare al corso una forte concretezza, evitando momenti eccessivamente teorici o comunque scollegati dall’esperienza lavorativa dei partecipanti.
Docente
Daniele Scaglione, nato a Torino 54 anni fa, lavora per SPELL, Società per Elevare il Livello di Bologna che usa tecniche non tradizionali, quali il teatro d’impresa. Collabora con Radio RAI, per il programma Wikiradio. È formatore d’aula e progettista sulle tematiche che riguardano il lavorare insieme, con una predilezione per conflitti, errori, problemi. Insomma, le cose che vanno male. Di formazione è un perito tecnico e un fisico. Ha lavorato in Fiat, nelle cooperative sociali e non, e in Actionaid. Ha fatto anche parecchie cose in Amnesty International, che però non erano un lavoro. Ha pubblicato alcuni libri, il più brutto dei quali è una storia del genocidio dei tutsi in Rwanda, il più bello parla delle costellazioni, della loro storia e dei tesori che vi si possono scorgere anche senza essere astronomi.
Costo (4 ore, suddivise in due incontri):
- Architetti iscritti all'Ordine di Milano: 50,00 Euro (Diritti di segreteria e IVA inclusa).
Per usufruire dello sconto è necessario accedere all'AREA RISERVATA del sito dell'Ordine, cliccare su E-shop e, solo successivamente, selezionare il corso in oggetto
- Architetti UNDER 35: 43,00 Euro (Diritti di segreteria e IVA inclusa).
Per usufruire dello sconto è necessario richiedere il Voucher mandando una mail a formazione@ordinearchitetti.mi.it
- Non iscritti all'Ordine di Milano: 65,00 Euro (Diritti di segreteria e IVA inclusa).
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