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Architetture d'acqua: le piscine milanesi nel Novecento

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A cura di Paolo Brambilla

Il presente itinerario ha lo scopo di diffondere e riconoscere la capacità di alcuni architetti capaci di firmare decine di opere pubbliche – prevalentemente scuole e piscine, ma non solo – mantenendo sempre alto il livello di qualità e contribuendo in modo sostanziale alla costruzione della Milano moderna. Nei primi anni Venti del XX secolo le poche strutture sportive esistenti nella città di Milano erano prevalentemente private. Divenuta operativa la conquista sociale della riduzione dell’orario di lavoro ad otto ore nel 1923, si iniziò a manifestare l’esigenza di organizzare il tempo libero a disposizione dei lavoratori: le attività sportive, fino ad allora riservate ad una fascia molto ristretta della popolazione, iniziarono ad essere praticate anche dagli impiegati e dagli operai. È così che sul finire degli anni Venti si moltiplicarono i progetti pilota di stadi, palestre e piscine, si realizzarono grandi arene da un lato e una rete di piccoli impianti diffusi sul territorio dall’altro.

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