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VILLA NECCHI CAMPIGLIO
Year: 1932 - 1935
Town: Milano, Porta Venezia
Address: Via Mozart 14
Intended use: Casa Museo
Designer: Piero Portaluppi / Restauro a cura del FAI (Piero Castellini)
Villa Necchi Campiglio, con Casa Boschi Di Stefano, il Museo Poldi Pezzoli e il Museo Bagatti Valsecchi, forma il “Circuito delle Case Museo di Milano”, creato nel 2008.
Progettata tra il 1932 e il 1935 da Piero Portaluppi per le sorelle Nedda e Gigina Necchi e il marito di quest’ultima, Angelo Campiglio, la villa è rappresentativa di un’epoca e di una classe sociale ricca, colta e profondamente legata non solo al mondo dell’industria ma anche a quello della cultura e dell’arte.
L’edificio è collocato in un quartiere caratterizzato da residenze celate alla strada da grandi e folti alberi. Nel giardino di Villa Necchi, oltre a un campo da tennis, si trova la prima piscina privata riscaldata d’Italia; anche in altre parti della casa l’apparto tecnologico è risolto con soluzioni avanzate per l’epoca della costruzione. L’impianto spaziale è invece piuttosto tradizionale, con le zone giorno al piano terreno, quelle notte al primo piano e i locali di servizio ripartiti tra il seminterrato e il sottotetto. Grande attenzione venne destinata ai luoghi dell’accoglienza e della socialità. Tutti gli ambienti furono progettati con estrema cura da Portaluppi, che disegnò anche le finiture e gran parte degli elementi d’arredo, come la libreria del salone, caratterizzata da una vetrata centrale che permette di guardare nella stanza successiva, evidenziando così la volontà dell’architetto di creare spazi disposti in sequenza, che si aprono uno nell’altro. Curiosamente nel 1938 i Necchi Campiglio chiedono all’architetto Tomaso Buzzi di intervenire sull’edificio con l’obiettivo di renderlo più classico, cioè, come ha scritto Anna Chiara Cimoli, di sostituire «un’ovattata e tutto sommato più rassicurante eleganza borghese alla geometrica allure anni trenta».
Dopo la scomparsa delle sorelle Necchi, la villa è stata donata al Fondo Ambiente Italiano per conto del quale Piero Castellini, nipote di Piero Portaluppi, ha curato il restauro completato nel 2008. L’intervento ha comportato l’adeguamento impiantistico secondo le normative vigenti per gli edifici aperti al pubblico, l’inserimento di una scala esterna in acciaio, e sono stati anche ricavati il bookshop nella ex serra, la biglietteria nella vecchia rimessa e la caffetteria nel patio del tennis.
Per quanto riguarda il restauro degli interni storici, Lucia Borromeo, Responsabile Ufficio Cultura e Ricerca del FAI, sottolinea che: «Gli interventi sulle sale hanno dovuto tener conto della delicata compresenza di due architetti. I restauri quindi si sono confrontati anche con la stratificazione degli allestimenti precedenti, valutando caso per caso il criterio di intervento secondo un’ottica sia architettonica che storica».
Oltre al grande giardino il percorso di visita comprende gli interni restaurati con gli arredi e le finiture d’epoca di Portaluppi e Buzzi, dipinti e sculture, oggetti in parte acquistati dai Necchi Campiglio quando vi abitavano e in parte donati successivamente al FAI. Tra questi ultimi, la Collezione Claudia Gian Ferrari, con 44 capolavori dell’arte del Novecento Italiano di Arturo Martini, Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, Mario Sironi e la Collezione di Alighiero ed Emilietta de’ Micheli, con arredi settecenteschi italiani e francesi, porcellane cinesi e maioliche lombarde, dipinti di Canaletto, Tiepolo, Marieschi e Rosalba Carriera.
Dal novembre 2017 Villa Necchi Campiglio si è arricchita anche della collezione Guido Sforni, composta da 21 opere su carta realizzate da artisti quali Henri Matisse, Pietro Marussig, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, Mario Sironi e Lucio Fontana.
Marcella Camponogara