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Anno: 1967 - 2015
Località: Milano, Parco Lambro - Cimiano
Indirizzo: via Feltre, via Crescenzago, via Marotta, via Ascoli, Milano
Destinazione d'uso: Parchi Pubblici
Progettista:
Il Parco Lambro e il Progetto Re_Lambro
La porzione milanese del Lambro interessa circa 77 ettari1 e alterna tratti di abbandono e parti fortemente artificializzate delle sponde e del letto - che l’hanno reso noto per episodi sempre più frequenti di esondazione - ad ambiti naturali e agricoli di relativa integrazione nel paesaggio urbano. Il suo andamento sinuoso s’insinua nel tessuto edificato dei margini orientali della città. Dopo essersi lasciato alle spalle le aree Falck a Sesto San Giovanni, le aree industriali di Cologno Monzese e i territori socialmente fragili di via Idro, interseca la Martesana, incanalato in un sifone e costretto dal nodo stradale di Cascina Gobba, a sud del quale torna a mostrare il suo aspetto naturale, dove si apre il Parco urbano del Lambro. Sin dalle sue origini2, il progetto ha voluto preservare un importante brano di paesaggio ai limiti est della città consolidata, riproducendo l’alternarsi degli elementi tipici della campagna lombarda. Del progetto originale rimangono poche tracce: infatti, il Parco venne fortemente compromesso durante il secondo conflitto mondiale e ricreato negli anni Cinquanta, con la posa di nuovi alberi e l’acquisizione di nuovi terreni. Ancora oggi il Parco urbano definisce una sintesi del tipico paesaggio lombardo, dalla collina alla pianura ricca di acque e alla vegetazione tipica dei diversi ambienti: terreni a uso agricolo, aree naturalistiche, aree attrezzate sportive e ricreative, boschi di querce e carpini bianchi e salici lungo le sponde. Il fiume prosegue oltre al Parco urbano, scorrendo verso sud, lambendo il quartiere del PRU Rubattino, passando dalla parte ovest a quella est della tangenziale, lo ritroviamo canalizzato all’interno del “Parco dell’Acqua” da dove prosegue attraversando l’area industriale di Lambrate, oltre la quale non abbandona mai una rigida arginatura neppure in prossimità del Parco Forlanini; qui attraversa il borgo di Monluè e forma alcune anse a nord del quartiere di Ponte Lambro, dove del 2012 la demolizione dello scheletro dell’albergo per i Mondiali ’90 ha lasciato il posto al Parco agricolo di via Vittorini; per poi proseguire oltre il quartiere popolare sino a raggiungere il tessuto produttivo di San Donato.
Considerato il suo complesso andamento, non è possibile descrivere il Parco Lambro in modo disgiunto dal frammentato alternarsi delle situazioni in cui è inserito. Tra i corsi d’acqua milanesi, il Lambro è l’unico a scorrere per la maggior parte nel tratto cittadino a cielo aperto, attraversando un insieme eterogeneo di spazi, aree abbandonate, ambiti industriali ancora in attesa di valorizzazione, aree agricole. Sebbene le condizioni delle sue acque, siano pessime a tal punto da aver compromesso e condizionato la funzione ambientale e il paesaggio, il fiume costituisce ancora oggi il principale elemento naturale del quadrante Est. Con uno sguardo al futuro, il sistema fluviale del Lambro rappresenta una delle risorse ambientali fondamentali per orientare la riqualificazione del sistema periurbano, così come approfondito dal progetto “RE Lambro"3.
Martina Magnani
[1] Il Parco, che ha superato anche 90 ettari, è stato eroso dalla costruzione della tangenziale e dall'ampliamento del Cimitero di Lambrate.
[2] Il progetto del Parco è fatto risalire all’architetto Enrico Casiraghi (1936), che negli stessi anni progetta anche Parco Solari.
[3] Si tratta di uno Studio di fattibilità finanziato da Fondazione Cariplo (2012), finalizzato a realizzare uno dei corridoi primari della Rete Ecologica Regionale (RER), che può garantire la connessione tra gli ecosistemi a nord (PLIS della Media Valle del Lambro, Parco di Monza, Parco Nord, Dorsale Verde Nord, Parco della Valle del Lambro) e a sud (Parco Agricolo Sud, Parco dell’Adda Sud). Il progetto è nato da un gruppo di lavoro congiunto, ERSAF (capofila), Comune di Milano, PLIS Media Valle del Lambro, DAStU Politecnico di Milano, Legambiente Lombardia. L’idea strategica consiste nella realizzazione di un sistema di spazi aperti multifunzionali, connessi dal fiume come infrastruttura ecologica della metropoli milanese.