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Stabilimento ex-Max Market

Anno: 1969 - 1969

Località: Trezzano sul Naviglio, Sud

Indirizzo: via Giovanni Boccaccio

Destinazione d'uso: Edifici per l'industria

Progettista: 

L’affinamento delle tecniche di produzione, trasporto e montaggio dei sistemi prefabbricati di edifici per la produzione industriale porta negli anni Sessanta a isolare gli elementi della campata (copertura, pilastro, trave) dal rivestimento. L’elemento di copertura che ne risulta viene chiamato convenzionalmente “tegolo”. Per Aldo Favini è un brevetto di un tegolo a “T” a sagoma curva, capostipite di sistemi ancora in uso per diversi sistemi industriali prefabbricati. Il cosidetto “coppone ALFA” è un elemento prefabbricato prodotto da ASTORI S.p.A. che riassume le tecniche del cemento armato precompresso con quelle delle volte sottili, assolvendo luci sino a 30 metri, posto in opera e finito solo con la saldatura dell’impermeabilizzazione predisposta.

 

Uno degli edifici più rappresentativi di questo sistema di elementi di copertura a volta sottile con ala di irrigidimento di luce 18 m circa appoggiati alla struttura di travi e pilastri è lo stabilimento Max Market a Trezzano sul Naviglio (1969). Si tratta di un magazzino di stoccaggio di 84 m in quattro campate da 17,55 m per 123 m, in sette campate da 17,55 m con sbalzi laterali di 7,50 e 5,00 m, in elementi prefabbricati e tamponamenti in mattoni. L’ultima trave a sbalzo fuoriesce dal rivestimento per la copertura del piano di carico. Caratteristica peculiare di questo “capannone” è l’appoggio della copertura su “telai zoppi” a sbalzo su un solo pilastro con appoggio “Gerber” delle travi in continuità. Cioè a dire che la particolarità della struttura consiste nell’aver adottato una sequenza di travi che, a meno di uno sbalzo, sostengono la trave successiva. Tale tecnica ottimizza il momento flettente permettendo un buon risparmio nell’armatura.

 

Il trattamento degli elementi in CLS faccia vista da cassero metallico e il tamponamento in mattoni pieni forti, portanti, è particolarmente adeguato a enunciare il lessico tettonico della costruzione che differenzia il portante dal portato, lo scheletro strutturale dal rivestimento, come si definisce a cavallo della guerra e della ricostruzione nell’ambiente architettonico milanese.

 

Giulio Barazzetta

BIBLIOGRAFIA SULL'EDIFICIO:

 

Copertura in c.a.p. per un fabbricato industriale a Trezzano sul Naviglio

in “Industria Italiana del Cemento”, n. 9, 1970

 

Nuove forme in cemento armato precompresso

in “Domus”, n° 474, 1969

 

G. Barazzetta (a cura di)

Aldo Favini, architettura e ingegneria in opera

Milano, 2004

 

G. Barazzetta

Progetto e cantiere, idea e costruzione

in R. Poletti (a cura di), “Costruttori di modernità, Assimpredil ANCE 1945-2010”, Milano, 2011