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Autosilo meccanizzato

Anno: 1967 - 1969

Località: Milano, Buenos Aires - Venezia

Indirizzo: via Gaspare Gozzi 5

Destinazione d'uso: Autorimesse, depositi, edifici per lo stoccaggio

Progettista: 

Nel 1969, anno della sua inaugurazione, il complesso di via Gozzi è il più capiente autosilo in Europa. Situato oltre la circonvallazione esterna, risponde al tentativo di limitare l’accesso di automobili nel centro urbano e favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici. Sono quindi prima di tutto ragioni di carattere urbanistico quelle che muovono il progetto e che portano Perogalli a confrontarsi con una tipologia ormai necessaria a uno sviluppo sostenibile della città. L’autosilo non rappresenta pertanto unicamente una risposta alle mutate caratteristiche di una Milano in costante crescita – non solo per numero di abitanti e pendolari, ma anche e soprattutto in termini di automobili circolanti – ma sottende un preciso intento educativo. È infatti un invito a modificare le proprie abitudini, adattando il comportamento ai mutamenti in corso.

 

L’edificio è tanto atipico nella trama urbana quanto innovativo nella sua organizzazione interna. La collocazione dei 500 posti-macchina previsti è studiata sfruttando un sistema completamente automatizzato. Con una soluzione che comporta un notevole risparmio di spazio, la tradizionale rampa di accesso ai diversi livelli viene sostituita da un vuoto centrale lungo il quale vengono fatte scorrere le automobili verticalmente. Sul vano riservato alla movimentazione si affacciano i 22 livelli di cui si compone l’edificio, 10 dei quali sono realizzati sotto terra. L’ingresso delle vetture, al pianterreno, è situato in posizione centrale rispetto al volume e consente l’accesso agli elevatori meccanici nonché alle funzioni ausiliarie previste nel complesso. Oltre al ricovero per le automobili, il progetto prevede un’officina meccanica, un autolavaggio, un elettrauto, una tavola calda e una stazione di servizio.

 

Il volume principale, la torre di silaggio, concepito secondo una rigorosa organizzazione interna, è suddiviso in 3 rettangoli di eguale dimensione disposti parallelamente alla strada. I due rettangoli esterni ospitano le celle riservate al parcheggio delle automobili, mentre quello centrale, con uno sviluppo in altezza di circa 50 m, risulta completamente libero. L’esterno è rivestito da litoceramica marrone scuro ed è scandito da finestre continue a filo. Il taglio asimmetrico della copertura, per quanto originato da esigenze normative, interrompe lo sviluppo altrimenti continuo della facciata. I collegamenti verticali sono concentrati in volumi indipendenti in cemento faccia a vista. La torre di silaggio è arretrata rispetto al filo stradale e presenta, sopra il vuoto dell’ingresso, il volume aggettante della tavola calda. Quest’ultimo è rivestito da un curtain wall caratterizzato da un’orditura verticale in forte contrasto con quella orizzontale delle aperture della torre. Di notevole interesse la soluzione studiata per ospitare i livelli ipogei: un vasto vano a pianta ellittica attorno al quale un diaframma in bentonite protegge l’edificio dall’acqua e dalla spinta del terreno.

 

Irene Gallina Schuster

BIBLIOGRAFIA SULL'EDIFICIO:

 

E. D. Bona

Carlo Perogalli: Autosilo meccanizzato

in «Casabella» n. 345, 1970

 

C. Colleoni

Carlo Perogalli e la sintesi delle arti: architetture a Milano

in "AL" n.5, 2004

 

M. Biraghi, G. Lo Ricco, S. Micheli (a cura di)

Guida all'architettura moderna di Milano 1954-2014

Hoepli, Milano 2013