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Quartiere Sant'Ambrogio I e II

Anno: 1962 - 1966

Località: Milano, Barona

Indirizzo: via San Paolino, via San Vigilio

Destinazione d'uso: Quartiere residenziale

Progettista: Arrigo Arrighetti

Il Quartiere Sant’Ambrogio I viene costruito in attuazione del PEEP del 1963 in un’area priva di contestualizzazione urbana a sud di Milano, caratterizzata dalla presenza dell’estesa campagna del vicino Parco Agricolo Sud. L’ampio lotto è delimitato da quattro lunghi edifici residenziali ad andamento sinuoso, i quali circoscrivono al loro interno un vasto spazio verde, rigorosamente pedonale, destinato ai servizi e alla vita collettiva. Secondo la volontà del progettista Arrigo Arrighetti, il complesso viene concepito come un quartiere introverso, protetto e autosufficiente, e ciò non di meno pronto al dialogo con la città allora in espansione.

 

Sorprende il visitatore la riuscita relazione tra l’astrattezza progettuale e dimensione umana: la scala colossale degli edifici infatti non inquieta e non opprime. Le residenze si sviluppano per centinaia di metri su sette piani, secondo quattro diverse tipologie abitative. Sebbene il prospetto esterno scandito dai balconi in aggetto sia caratterizzato da una certa monotonia, l’affaccio interno si offre nel suo dinamico gioco di chiaroscuri e si caratterizza per i notevoli porticati che, in prossimità degli ingressi, raddoppiano la loro altezza. Grande enfasi viene data alla progettazione della Chiesa di San Giovanni Bono: la struttura lecorbuseriana in cemento a vista si innalza verso l’esterno del lotto attraverso l’immagine dell’alta cuspide. La chiesa si dispone su due navate che, a partire da possenti conche absidali, crescono convergenti fino all’imponente parete d’ingresso triangolare. Le pareti perimetrali in cemento armato lasciato a vista vengono curvate, “piegate” in maniera netta e, in alcuni punti della facciata principale, forate per ottenere un grappolo di minute feritoie colorate.

 

L’interesse dell’architetto per il dettaglio tecnologico viene espresso nello studio della copertura, una tensostruttura rivestita da un manto di lastre prefabbricate in resina poliestere irrigidite da una nervatura e dotate di piccoli aeratori che filtrano il passaggio della luce. La copertura della chiesa venne gravemente danneggiata da un incendio divampato nel 1980, e restaurata dopo pochi mesi dallo stesso Arrighetti. L’asilo, la scuola, il centro civico e i padiglioni commerciali si dispongono nello spazio centrale collettivo; ad essi però viene dedicata minore attenzione progettuale e di dettaglio. Se le residenze presentano fronti in laterizio, a riportare alla memoria la tradizione costruttiva tipica dell’area agricola della zona sud di Milano, per i servizi è invece predominante l’utilizzo della prefabbricazione.

 

Florencia Andreola

BIBLIOGRAFIA SUL QUARTIERE

 

Carla Bodino (a cura di)

Arrigo Arrighetti architetto

Archivio Storico Civico di Milano, 1990

 

M. Donghi, A. Vivarelli

Arrigo Arrighetti architetto: 39 anni dedicati a Milano

Tesi di Laurea, relatore C. Badi, Politecnico di Milano, a/a 1995/96

 

C. Camponogara

Arrigo Arrighetti e Milano

itinerario della rivista «Architetti Lombardi» n. 4, 2002

 

L.Finzi

La nuova chiesa di S. Giovanni Bono a Milano

in «L’industria delle costruzioni» n. 10, Milano, 1969, pp.15-30

 

M. Biraghi, G. Lo Ricco, S. Micheli (a cura di)

Guida all'architettura moderna di Milano 1954-2014

Hoepli, Milano 2013