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Year: 1950 - 1953
Town: Milano, Duomo
Address: via Lanzone 4
Intended use: Edifici per residenze ed uffici
Designer: M. Asnago, C. Vender
Il piano particolareggiato per la ricostruzione di via Lanzone dopo i bombardamenti del 1943, propone uno schema con edifici composti da corpi edilizi bassi sul fronte strada (uno dei quali comprende la facciata di palazzo Visconti, risparmiata dai bombardamenti) e da corpi più alti, disposti perpendicolarmente alla strada ed affacciati al vasto giardino.
La Fabbrica Italiana Tubi e Ferrotubi, proprietaria del lotto ai numeri 4 e 6, commissiona nel 1949 ad Asnago e Vender il progetto di un palazzo, con l’obiettivo di realizzare una sede per i propri uffici e per le abitazioni dei dirigenti. L’articolato e regolamentato programma costruttivo fornisce agli architetti una base all’interno della quale sperimentare, ancora una volta, soluzioni tipologiche per edifici a destinazione mista (già avviata nell’isolato di via Albricci). Il corpo basso che si affaccia alla via Lanzone, leggermente arretrato rispetto al piano stradale, è costituito da un semplice volume parallelepipedo: il ritmo della facciata, interamente rivestita in marmo, è determinato dalla presenza di ampie porte finestre con anta a battente.
Il disegno del serramento, con telaio esterno in alluminio pressoché complanare alla vetrata, annulla qualsiasi sporgenza che possa togliere essenzialità all’apertura. Contribuiscono alla composizione dei pieni e dei vuoti, i parapetti metallici a barre orizzontali e gli oscuramenti esterni. La duplice funzione del volume alto sul retro (uffici ai primi tre livelli, appartamenti ai restanti cinque) è rivelata attraverso differenze di forma e disposizione delle finestre sulla facciata principale: nella parte bassa le aperture sono simili per dimensioni e ritmo a quelle del corpo su via Lanzone; nella parte alta, diventano lunghe fasce continue, con serramenti a bilico verticale, ed aprono la vista dagli spazi interni verso il giardino. Il serramento continuo è sicuramente la soluzione tecnologica più innovativa di tutto l’edificio: alle finestre a nastro corrisponde un’intercapedine climatizzata utilizzabile come serra, che svolge un ruolo di filtro tra la vera chiusura degli appartamenti, arretrata, e l’ambiente esterno.
Gli architetti operano un’interessante scelta distributiva nel posizionamento dell’ingresso all’edificio. Il fronte strada è limitato da una recinzione bassa, allineata alla facciata del contiguo palazzo Visconti, da cui si entra nel giardino; l’accesso all’edificio è invece posizionato nel corpo alto retrostante, costringendo gli avventori ad una breve passeggiata tra gli alberi. Una vasca d’acqua affianca la pensilina che ripara la grande vetrata di ingresso; l’impianto crea un rapporto da “villa urbana” con il tessuto circostante. Una rampa di scale conduce all’atrio comune, dove sono collocate le spine di distribuzione verticale per i due corpi dell’edificio.
Nell’edificio di via Lanzone si riconosce un’attenta ricerca di innovazioni tecniche e funzionali atte al miglioramento del comfort ambientale dell’edificio come l’utilizzo di pannelli a soffitto per il riscaldamento invernale ed il raffrescamento estivo, il controllo autonomo della climatizzazione degli appartamenti e il riciclo dell’acqua di scarico dell’impianto di condizionamento per la vasca esterna. La volontà stessa di integrare il verde nella composizione della facciata, che ha nelle logge-serre il suo primo esito compiuto, diventerà una costante nella produzione di Asnago e Vender, nei palazzi urbani come negli edifici unifamiliari (palazzina in via Verga a Milano, villa Fiorilli a Seveso e casa Conti a Bruzzano).