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Chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo

Anno: 1964 - 1968

Località: Milano, Bovisa

Indirizzo: Via Catone 10

Destinazione d'uso: Edifici per il culto

Progettista: Luigi Figini, Gino Pollini

Nella realizzazione del nuovo complesso parrocchiale compreso fra via Catone e via Maffucci, area periferica a nord-ovest di Milano, i due architetti sembrano voler ribaltare i principi compositivi che dieci anni prima avevano ispirato l’impianto della Chiesa della Madonna dei Poveri a Baggio. Qui infatti viene meno quell’idea di nella definizione di sporgenze e rientranze; dall’altro invece la rarefazione della luce zenitale filtrata attraverso una serie di tiburi in cemento armato. Nel mezzo una serie di patii-cortili, veri e propri spazi di intermediazione fra interno ed esterno, scandiscono l’intero sviluppo longitudinale della chiesa, fino a concludersi in un vero e proprio hortus conclusus. “… Gli stessi chiostri, patii, cortili, spesso presenti nell’architettura di tutte le epoche storiche, sembra debbano essere considerati come spazi interni agli edifici, anche se aperti verso il cielo”.

 

Il rigido impianto basilicale che, nella Chiesa della Madonna dei Poveri veniva scardinato unicamente in corrispondenza dello sfondamento della copertura nella navata di destra, viene qui abbandonato a favore di una distribuzione planimetrica più libera. Permane l’idea di un asse longitudinale sul quale si innesta una triplice assialità (battistero-cappella feriale; torre campanaria-altare dedicatorio; altare maggiore-atrio secondario) che definisce una serie di ambiti funzionali. La creazione di uno spazio adiacente il presbiterio conferisce un forte senso di accoglienza e partecipazione durante il rito della liturgia e sembra richiamare l’impostazione data da Michelucci nel progetto della Chiesa sull’Autostrada del Sole. Una serie di accorgimenti denotano una particolare attenzione all’articolazione spaziale, di cui l’accesso all’ostensorio sembra essere l’esempio più riuscito. Un senso di rigore e di austerità permea l’intero edificio e materiali semplici come l’intonaco bianco accostato al cemento dei pilastri e il legno delle doghe color catrame del soffitto riescono a conferire contemporaneamente un forte senso di sacralità e intimità.

 

Irene Braghiroli