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Casa ad alloggi duplex e insulae

Anno: 1951 - 1955

Località: Milano, S.Siro

Indirizzo: Quartiere Harar-Dessiè

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Luigi Figini, Gino Pollini

Con l’approvazione del “Piano Regolatore Generale” nel ‘46, INA Casa e l’Istituto autonomo delle Case Popolari promuovono la costruzione di nuovi insediamenti nelle aree periferiche di Milano. L’intervento di Figini, Pollini e Ponti (5.500 abitanti in 942 alloggi), inspirato ai modelli dei quartieri autosufficienti, si articola in un’area a nord-ovest della città in una porzione di forma triangolare di 13,7 ettari che si estende a partire dall’incrocio tra via Novara e via Dessié e attraversata trasversalmente da via San Giusto. La viabilità stradale di grande traffico rimane perimetrale mentre sono all’interno lontani dal rumore i passaggi pedonali e i servizi di quartiere: il centro sociale, l’asilo e i negozi sono così collegati al percorso principale che attraversa l’intero edificato raggiungendo la porzione del quartiere isolata da via San Giusto nel punto in cui la strada entra in trincea.

 

L’insediamento è impostato su due tipi edilizi principali, edificici lineari multipiano e case basse unifamiliari a uno o due piani raggruppate in insulae, ciascuno completa formalmente l’altro in un disegno chiaro ed equilibrato. La disposizione “a turbina” delle nove “lame” disposte ortogonalmente rispetto via Dessié, delimita al centro del quartiere la zona a verde pubblico. L’edificio a ballatoio (o “grattacielo orizzontale” come lo definirono Figini e Pollini in una intervista pubblicata su “Edilizia Popolare” nel 1959) si estende per 150 m e si alza da terra di 2,30 m liberando uno spazio porticato che unisce il giardino ai due lati ed è composto da tre serie di alloggi duplex sovrapposti per un totale di sei piani.

 

Osservando la facciata nord si nota come dietro i ritmi e i cromatismi dei ballatoi e dei balconi sia deducibile l’organizzazione interna verticale della cellula. Si entra in uno spazio a doppia altezza le cui uniche aperture sono l’ingresso al piano del ballatoio e la grande finestra a quota 3,20 che guarda verso nord. Lo spazio del soggiorno si comprime sotto il volume delle camere e raggiunge la cucina che a sua volta si apre sulla loggia nel lato opposto. La facciata sud  si disegna dietro la griglia ortogonale che variando il passo segna il taglio dei diversi alloggi. L’elemento strutturale così dichiarato diventa altro da sé e si fa apparato scenico, proiettando i suoi incroci sulla parete retrostante in un vistoso gioco di ombre. L’elemento portante così svincolato dalle pareti e sottolinea la diversa natura dei due fronti, quello a nord chiuso e introspettivo, a sud luminoso e vibrante. Il disegno in sezione del “grattacielo orizzontale”, con una figura umana che si affaccia sulla doppia altezza e guarda verso lo stadio di San Siro, diventa l’elemento chiave di tutto l’intervento e viene riproposto anche per le insulae. Altri i materiali, altre le forme. Mattoni a faccia vista per i muri portanti, intonaco bianco per i tamponamenti, legno per gli infissi e le persiane. Le case sono di due tipi: il tipo R, che riprende la sezione del duplex, ha la copertura è ad una unica falda che si alza nello spazio del soggiorno a doppia altezza. Le case di tipo S, ad un solo piano, sono aperte invece nel lato lungo e i lati corti ciechi corrispondono ai colmi della doppia falda. Le singole cellule sono aggregate a schiera lungo le facciate cieche e con uno slittamento, lasciano spazio ai cortili e orti privati.

 

Giacomo Gatto