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Starhotels Rosa Grand

Anno: 2000 - 2008

Località: Milano, Duomo

Indirizzo: Piazza Fontana 3

Destinazione d'uso: Strutture ricettive

Progettista: Arassociati

L’edificio che oggi affaccia su piazza Fontana e ne ridefinisce il perimetro è il risultato di un lungo progetto di restyling e ampliamento del nucleo storico dell’albergo che aveva l’ingresso su via Pattari. L’opera è firmata da Arassociati, lo studio di architettura guidato da Marco Brandolisio, Giovanni Da Pozzo, Massimo Scheurer e Michele Tadini che oltre ad essere stati allievi di Aldo Rossi ne sono divenuti, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, i più stretti collaboratori.   

 

La realizzazione di circa novanta nuove camere ha consentito di rivedere i rapporti della struttura ricettiva – composta da più immobili che vengono tra loro ricuciti in una paziente opera che ha comportato una durata del cantiere di oltre quattro anni – con la città, grazie alla facciata permeabile sulla piazza, dietro cui si trova una hall a vocazione urbana declinata negli spazi di una corte centrale coperta con vetro curvo e acciaio, che è dominata dalla presenza della scala circolare di distribuzione del centro congressi posto al primo piano interrato, a cui seguono altri due piani sotterranei destinati a parcheggio. 

 

La facciata è composta dal basamento corrispondente al piano del portico, interamente vetrato, e dai successivi quattro livelli che sono conclusi agli angoli da profonde logge sovrapposte, le quali svuotando gli spigoli del fronte ne fanno risaltare la porzione centrale composta da una serie di sei aperture scavate nella profondità della muratura, separate da lesene. Sia queste ultime sia lo sfondato della muratura in corrispondenza dei serramenti metallici bianchi sono rivestiti in cotto (materiale tradizionale nelle costruzioni milanesi) che contrasta con l’intonaco delle logge – di grana e colore che nelle intenzioni dei progettisti richiamano quello delle preesistenze storiche dell’area, ossia l’Arcivescovado e Palazzo Beccaria – ma anche con il marmo bianco Montorfano usato per gran parte del rivestimento e con quello scelto per le finiture, il granito rosa di Baveno. 

 

Il tetto piano, realizzato con gli stessi materiali, è idealmente un prolungamento della facciata che si piega in corrispondenza del cornicione in aggetto, mentre il portico è illuminato da una serie di led che tentano di ricreare l’illusione di un cielo stellato. Un uso attento della luce artificiale caratterizza poi non solo l’illuminazione notturna della facciata ma anche tutti gli ambienti interni, in cui ricorre spesso la rappresentazione grafica della rosa. Il centro congressi, che può ospitare fino a 535 persone contemporaneamente, è composto da sette sale raccolte intorno ad un foyer, caratterizzato dalla presenza di una scultura aerea in ceramica composta da dischi dorati che riflettono la luce e che sono appesi ad una cascata di fili metallici. 

 

Manuela Leoni