Caricamento...

Quartiere Le Grazie

Anno: 1938 - 1942

Località: Legnano, Centro

Indirizzo: Via S. Maria delle Grazie

Destinazione d'uso: Quartiere residenziale

Progettista: BBPR

Il quartiere “Le Grazie” è certamente l’episodio più noto di intervento residenziale per la classe operaia realizzato a Legnano. La proposta progettuale risulta comunque omogenea con contemporanei interventi dell’Istituto Case Popolari che cominciavano a proporre alloggi dotati di servizi igienici minimi al proprio interno, mantenendo in comune le più ingombranti funzioni dei bagni e dei lavatoi.

 

Di particolare interesse la figura della committenza che, a differenza di altri soggetti operanti a Legnano, non rispondeva al fabbisogno diretto di una propria manodopera, né aveva la costruzione di alloggi popolari come compito istituzionale: la Società Anonima Risanamento Immobiliare Sant’Ambrogio- S.A.R.I.S.A.  rispondeva ad una domanda diffusa di fabbisogno di alloggi minimi con un’iniziativa immobiliare imprenditoriale. Un obiettivo razionalmente economico cui i progettisti rispondono con un disegno razionalmente funzionale. Significativo anche il rapporto con il contesto, il quartiere “Le Grazie” si colloca infatti all’interno del tessuto edificato più antico di Legnano lungo quella che era allora via del Gasometro (da cui il nome di “case del gas” con cui il quartiere è conosciuto in città) e qui, in un intorno di matrice rurale, alla corte tradizionale il progetto risponde con una grande corte moderna, un impianto rigoroso che disegna uno spazio comune all’interno dell’isolato e facciate lineari esterne che riprendono comunque il filo della cortina continua esistente. I tre corpi di fabbrica si dispongono appunto a disegnare un impianto a corte esteso all’intero isolato limitato sul fronte meridionale da alcune preesistenze che impediscono la piena chiusura di un ipotetico sedime quadrangolare. 

 

La considerevole lunghezza delle facciate est e ovest – articolate in altezza su quattro piani – viene scandita  dal ritmo tra parti piene, punteggiate da finestrature quadrate, e parti vuote contraddistinte da quelli che avrebbero dovuto essere, nel disegno originario, lunghi balconi continui e diventarono, in fase esecutiva, ampie logge. Caratteristica la finitura policroma di facciata – purtroppo largamente perduta con i recenti interventi di manutenzione che hanno salvaguardato esclusivamente il ceruleo delle testate nord – che giocava sulla scacchiera modulare delle logge proponendo sfondati nelle tonalità dei tre colori fondamentali – giallo, rosso e blu – opportunamente attenuati.

 

Interessante particolare la stondatura degli angoli delle logge che da sola riesce lievemente ad addolcire il rigore compositivo del linguaggio razionalista delle facciate. L’alloggio tipo, cui si accede attraverso ballatoi di distribuzione, si compone di due locali principali (zona giorno e zona notte) e due ambienti di servizio di dimensione minima idonei ad ospitare lo spazio cottura e i servizi igienici essenziali. Nel corpo di testa, racchiuso a nord tra le testate cieche dei due lati maggiori, al piano terreno la lavanderia e i locali di ricovero comuni sono oggi stati trasformati e occupati da attività commerciali.

 

Paola Ferri