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Condominio in via Harar

Anno: 1951 - 1955

Località: Milano, S.Siro

Indirizzo: Via Harar 7, Milano

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Luigi Figini, Gino Pollini

L’edificio è orientato in direzione nord-sud ed è organizzato da tre serie di alloggi duplex. Nel progetto dell’alloggio gli autori dimostrano come sia possibile configurare case dignitose e ricche di qualità spaziali anche in condizioni di scarsità di risorse finanziarie; il soggiorno a doppia altezza permette di evitare aperture sul percorso di distribuzione e di ampliare la spazialità interna dell’alloggio.

L’edificio è lungo 150 metri ed è articolato in tre parti, divise da giunti di dilatazione, ognuna delle quali prevede un corpo scala per accedere al ballatoio. Il fronte sud è caratterizzato da una controllata esibizione del sistema dei sostegni, già sperimentata dai due architetti nell’edificio di via Broletto (1948). Allontanandosi dall’involucro di alcune decine di centimetri, viene a definirsi un reticolo geometrico a maglie lineari in cui prevalgono le gerarchie dei marcapiani orizzontali. Tale reticolo, a sua volta, è organizzato in un ordine maggiore, rappresentato da pilastri e solai, caratterizzato da un ritmo verticale A-B, e in un ordine minore dato invece dai frangisole. Questo rapporto resta leggibile nelle ombre che il telaio proietta sulle pareti, conferendo alla facciata profondità e una metafisica plasticità: il telaio strutturale da elemento misuratore della costruzione diventa un filtro per modulare e controllare la luce.

Il fronte Nord è connotato invece da una certa introversione: la superficie muraria è continua, gli involucri inglobano i sostegni mentre i caratteri figurativi sono affidati a fasce orizzontali sovrapposte, scandite dai ballatoi e inquadrate da una cornice corrispondente ai margini dell’edificio. Il linguaggio adottato in questo edificio sembra richiamare molti degli elementi che Figini trasse dalla “determinante mediterranea” ossia “semplicità, sincerità, […] rinuncia al superfluo, adeguamento alla scala umana, […] elementi intermediari tra il vivere al chiuso e il vivere all’aperto, […] amore delle pareti lisce e delle soluzioni plastiche elementari, collocazione e inquadramento dell’edificio nel paesaggio”.

MARCO LUCCHINI