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Civiltà delle macchine è il nome di una rivista bimestrale di cultura, finanziata dalla Finmeccanica (poi assorbita dall’IRI), nata per diretta volontà del nuovo direttore generale Giuseppe Luraghi. Fu ideata e diretta (dal 1953 al 1958) dal poeta e scienziato Leonardo Sinisgalli che già negli anni precedenti aveva diretto la rivista Pirelli. Dal 1958 la direzione passò a Francesco d’Arcais che la mantenne sino alla chiusura nel 1979. Il nome della rivista derivava dalla volontà di far coesistere (o meglio dialogare) la tecnica e la scienza con le varie espressioni della cultura umanistica (poesia, arte, letteratura, filosofia, storia). L’ultimo numero, datato dicembre 1979 ma «finito di stampare il 15 settembre 1980», fu dedicato ai rapporti tra cultura e religione. Nel suo prologo “Ai lettori” il direttore annunciò che «Civiltà delle macchine» sospendeva le proprie uscite perché si era entrati «in un momento di grande austerità» ma soprattutto perché «Civiltà delle macchine» nel lungo arco della sua esistenza, dalla prima edizione di Leonardo Sinisgalli doveva rivedere «la formula e la sua attualità». Dopo alcuni anni di chiusura la rivista Civiltà delle macchine trova nel filosofo Francesco Barone un nuovo entusiasta continuatore. Trovati nuovi finanziatori, la rivista risorge con una “Nuova” veste editoriale e un titolo rinnovato: direttori sono «i due Francesco»: d’Arcais e Barone. Nel comitato scientifico, a fianco di Premi Nobel come John C. Eccles, Salvatore E. Luria, Max Perutz, Ilya Prigogine e (ante litteram) Rita Levi Montalcini, ben presto fanno la loro comparsa, tra gli altri, Dario Antiseri, Massimo Negrotti, Marcello Pera, Silvano Tagliagambe e Salvo D’Agostino, che frequentano la rivista e la Città di Forlì che ormai l’ha adottata, con il validissimo entusiasmo di Igino Zavatti. Dopo alcuni anni la rivista passa all’Editrice ERI ed attualmente fa parte delletestate periodiche della Rai-Eri. Nella “nuova serie” si perse il carattere “artistico”, che aveva visto ampie partecipazioni di pittori e scultori direttamente coinvolti nella realizzazione delle copertine, ma si mantenne lo spirito di frontiera con una particolare attenzione verso le problematiche di confine tra scienza, filosofia e tecnologia. Dopo la scomparsa di Francesco Barone (2001) la direzione è stata trasferita a un gruppo di suoi collaboratori. Attualmente la rivista è condiretta da Dario Antiseri, Edoardo Boncinelli, Umberto Bottazzini, Vittorio Marchis e da Silvano Tagliagambe.
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n° 002
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