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Uffici: privacy o condivisione?

Dal 18.11.2013 al 17.12.2013

Proponiamo un sintetico resoconto del seminario di mercoledì 13 Novembre, secondo appuntamento del ciclo “Porte aperte sul progetto”, promosso dall’Azienda Dierre

Mercoledì 13 Novembre si è svolto,  presso la sede dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano, il secondo appuntamento del ciclo “Porte aperte sul progetto”, promosso dall’Azienda Dierre. Dopo il primo incontro: “Alberghi: stupore onirico o effetto terminal” dedicato al tema dell’ospitalità e degli alberghi, il secondo incontro focalizza l’attenzione sulla concezione e progettazione di uffici e degli ambienti di lavoro al giorno d’oggi.

Introduce il seminario e modera la serata l’arch. Maurizio De Caro, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Milano.

La dott.ssa Laura De Robertis, responsabile marketing dell’Azienda Dierre, racconta brevemente la storia della società fondata nel 1975, oggi leader nel mondo nella produzione di porte blindate. La loro mission è quella di coniugare sicurezza, funzionalità e design realizzando prodotti tecnologicamente avanzati investendo costantemente nella ricerca, mantenendo sempre viva la passione per la cura artigianale del prodotto.

La parola passa all’arch. Alessandro Adamo, direttore di DEGW, società di consulenza internazionale specializzata nella progettazione integrata di ambienti per il lavoro, nata negli anni Settanta a Londra e dal 1985 a Milano. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale; se una volta le parole chiave erano: gerarchia, status e privacy, oggi nascono nuovi concetti e di conseguenza nuovi obiettivi aziendali: lavoro di gruppo, flessibilità degli spazi e riconoscibilità del brand. Ieri il lavoro era in ufficio, le prestazioni erano misurate sulla presenza e lo spazio era disegnato in base allo status. Oggi viene meno il concetto di sorveglianza e il lavoro si effettua ovunque, da casa, tramite uffici virtuali e le prestazioni sono commisurate ai risultati.
La tecnologia supporta nuove modalità lavorative, nascono nuovi valori e cambia il modo in cui viene utilizzato lo spazio. Negli anni Novanta assistiamo ad un’evoluzione, si riducono pareti e spazi chiusi.
Un elemento indispensabile diventa il benchmark: vengono effettuati test volti a fornire una misura delle prestazioni in azienda per calcolare le percentuali di utilizzo dello spazio. Ne emerge che il posto di lavoro oggi è molto più dinamico, spesso usato solo intorno al 40% e che lo spazio deve supportare i nuovi modi di lavorare. Le aziende oggi richiedono spazi più efficienti, postazioni condivise, costi di gestione ridotti, con una vasta scelta di aree di lavoro studiate per favorire l’interazione e per attivare e trattenere i talenti. Indispensabile componente è la riconoscibilità del brand che deve riflettersi nella realizzazione e negli arredi di interni. L’arch. Adamo evidenzia l’importanza dell’innovazione: il vero valore delle aziende sono le persone ed è necessario che siano preparate agli spazi di lavoro e soprattutto coinvolte nell’organizzazione del progetto.
A conclusione propone alcuni progetti, quali Edison Center a Sesto San Giovanni, la nuova sede Oracle. La Nuova sede Heineken è un esempio di edificio costruito intorno al Brand. Spazi flessibili, che privilegiano trasparenza e luminosità naturale e il comfort acustico. L’approccio di DEGW, basato sull’analisi dell’organizzazione aziendale, ha permesso ad Heineken un uso innovativo dello spazio proponendo una distribuzione orizzontale e modulare e che permette di migliorare le comunicazioni e le relazioni interne.

Nella seconda parte del seminario, l’arch. Andrea Maffei, responsabile dei progetti italiani di Arata Isozaki, offre una panoramica generale sull’attività che lo studio svolge. Il primo progetto che illustra è il Grattacielo City Life Milano (gara iniziata nel 2003). Il grattacielo nasce dal concept di torre mediante l’utilizzo di un modulo riproducibile all’infinito. La facciata è composta da una doppia pelle in vetro, di forma bombata verso l’esterno. Nasce da input di artisti come Constantin Brancusi e dalla sua endless column per creare sistemi ripetibili. In pianta il centro è libero e la distribuzione di servizi e gli ascensori panoramici vengono collocati agli estremi. In questo modo è possibile immaginare diverse partizioni o grandi open space, in base a chi usufruirà degli spazi.
L’edificio è munito di contrafforti in acciaio strutturali per irrobustire la struttura. Un edificio, afferma, macchina in omaggio al futurismo milanese. È prevista una grande hall d’ingresso composta da tre volumi di forma romboidale utilizzati per presentazioni aziendali. Vi è il ricorso a moduli con pareti divisorie facilmente smontabili in base alle necessità. Fine lavori è prevista per il 2014.
Secondo progetto presentato è la Nuova Sede della Provincia di Bergamo. Anche in questo caso la prerogativa è stata la massima flessibilità di trasformazione attraverso l’introduzione di un modulo di 1,50 m. In una città misurata come Bergamo, è stata scartata l’idea di progettare un volume alto  a favore di un grattacielo orizzontale. L’edificio si sviluppa su una base circolare di due piani destinati al pubblico. Al piano terra sono previste sala conferenze, una biblioteca, un asilo per i dipendenti, una caffetteria e al piano interrato una mensa aziendale. I piani superiori sono destinati agli uffici della Provincia composti da grandi open space, e dotati di terrazze giardino coperte che guardano verso Città Alta.

Il seminario si conclude con l’intervento del dott. Alberto Cameroni, responsabile e direttore commerciale di Dierre, che sottolinea la vasta gamma tecnica dell’Azienda, in cui tuttavia la componente estetica ha un valore fondamentale.


Barbara Palazzi

 

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