A fronte della crescita dell’utilizzo dell’appalto integrato come procedura di aggiudicazione dei lavori, il Cnappc esprime la propria preoccupazione in merito all'eccessiva semplificazione alla quale tende il testo del nuovo Codice dei Contratti, che rischia di svalutare il concorso di progettazione, abbassando la qualità delle Opere pubbliche.
“E’ forte il rischio che l’eccessiva semplificazione alla quale tende il testo del nuovo Codice dei Contratti, attualmente al vaglio del Parlamento, non valorizzando il concorso di progettazione, anzi, sottovalutandolo, abbassi fortemente la qualità delle Opere pubbliche, frenando così l’avvio di una stagione virtuosa. Il concorso di progettazione non è solo la procedura fondamentale per garantire l’ottenimento di progetti di alta qualità armonicamente inseriti nell’ambiente e nei territori, ma rappresenta un importante investimento di denaro pubblico capace di mettere in atto processi incisivi e duraturi. Ai giovani professionisti, poi, dà la possibilità di partecipare ad una selezione meritocratica sui progetti che prevede l’affidamento dell’incarico al vincitore”.
È questo l’allarme lanciato dal Cnappc da Roma nel corso della Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti PPC del 10 marzo, durante la quale è stata illustrata la ricerca “Il boom del mercato delle Opere pubbliche, il nuovo Codice e la qualità della progettazione” realizzata da ONSAI, Cnappc e CRESME. A conferma di ciò anche l’apertura alla possibilità di utilizzare l’appalto integrato come procedura di aggiudicazione dei lavori che già in questa fase passa dai 2,5 miliardi di importi in gara del 2016 a oltre 35 miliardi nel 2022, pari al 42% del mercato delle opere pubbliche.