From 07.07.2014 to 07.08.2014
Il dibattito promosso dal nostro Ordine dedicato al nuovo Regolamento Edilizio di Milano ha coinvolto i numerosi attori della filiera edilizia, di cui proponiamo una breve sintesi e la registrazione video integrale. Dal 7 luglio al 7 agosto è possibile fare le eventuali osservazioni
Il nuovo Regolamento Edilizio è in via di approvazione: le nuove regole porteranno innovazione favorendo la trasformazione del tessuto urbano esistente, ed incentivando una flessibilità tipologica tanto auspicata da tutti?
Un incontro proposto dal nostro Ordine giovedì 3 luglio in Triennale per ragionare sul rapporto tra regole e buon progetto e discutere tra i diversi attori della filiera edilizia in merito alle proposte del nuovo Regolamento Edilizio di Milano, il cui testo è stato pubblicato il 7 luglio. In fondo alla pagina una rassegna stampa.
Una mattinata di lavoro molto densa, tra regole, buon progetto e esempi di best practice.
Il presidente Valeria Bottelli rappresenta l'insieme delle norme con cui il progettista deve fare i conti, dai regolamenti locali a quelli di diverso ordine –provinciale regionale nazionale- e tipo –igiene, VVFF, etc- come una matassa di difficile gestione.
Oggi a tutti i livelli si conviene su principi quali zero consumo di suolo e riuso come costruire sul costruito: cosa cambia in questo senso nell’assetto normativo?
L’altro fronte di lavoro su cui Ordini e Consiglio Nazionale si stanno muovendo è il processo di semplificazione, un interesse che accomuna sia architetti che cittadini.
Nella seconda parte dell’incontro a partire da tali argomenti si svolgerà una sorta di carotaggio del nuovo Regolamento Edilizio del Comune di Milano, di cui le diverse forme di premialità riguardo rigenerazione, concorsi e verifica statica appaiono gli argomenti maggiornmente persuasivi.
Tuttavia rimane molto da fare in merito al tema del recupero dell’esistente: è necessario dissipare ogni ambiguità in merito a ristrutturazione e sostituzione edilizia, trattandosi di uno dei temi di maggiore attualità e futuro.
Vi sono alcune incongruità nel regolamento che devono essere sottolineate, afferma il prof. Emilio Pizzi.
Prima di tutto la presenza di norme urbanistiche e morfologiche, che appartengono invece all'apparato di Norme di strumentazione del PGT.
Lo stesso per alcune norme di Polizia urbana, come quelle dedicate alle sale da gioco, oppure le norme dedicate alla ripopolazione avicola: un coacervo di articoli che dovrebbero stare in altri disposti normativi.
Un buon regolamento a suo parere dovrebbe essere uno strumento agile, a scala perlomeno regionale, non prescrittivo ma prestazionale. E se si richiamano principi come quelli di comfort e flessibilità, si devono dare conseguentemente le regole che ne permettono definizione.
Per la riqualificazione in una realtà urbana legata ad una massiccia gestione condominiale, la premialità volumetrica dovrebbe potersi frazionare, rendendosi perequabile.
Ricorda poi alcuni temi cruciali assenti dal testo proposto: le “isole di calore” che la città densa costituisce attraverso le superfici di irraggiamento, che raggiunge scarti di oltre 2 gradi di differenza con l'hinterland. Così come la qualificazione dell’intorno dell’edificio, sia esso verde o semplice superficie, fattore determinante di fatto del decoro urbano, tra le più importanti. E le norme europee riguardo a obblighi legati a ricambio aria e superfici apribili, oltre che il diritto alla volta celeste.
Mostra il regolamento Albertini degli anni ’30, un fascicolo di poche pagine che ha permesso di costruire la parte più densa della nostra città, ed invita alla sperimentazione del principio di deroga, piuttosto che cadere nelle trappole del “più si norma meglio è”.
Tra gli esempi di buone pratiche di politica di sostenibilità sia ambientale che dell’abitare, il Comune di Bolzano (110.000 abitanti) è da anni all’avanguardia. Maria Chiara Pasquali, Assessore all’Urbanistica, alla Casa ed ai Tempi propone di parlare di “progettare la città abitata”, come già il singolare titolo del suo assessorato esprime.
Per le questioni energetiche, a Bolzano la certificazione casaKlima prende piede già nel 2002. A seguire il RIE, procedura di controllo della Riduzione dell’Impatto Edilizio, che certifica l’intervento alla scala dell’intorno e non solo dell’edificio oggetto dell’intervento. Una certificazione che comprende l’analisi di materiali, del recupero di anidride carbonica e dell’inverdimento sia di superficie che pensile, in sintonia con il patto dei sindaci di Bruxelles del 2008, avente l’obiettivo europeo di riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020.
Una tutela degli insiemi dunque, strumento prestazionale che relaziona l’intervento al suo intorno e che in commissione di tutela viene seguito lungo tutto il corso dell'evolversi del processo.
I masterplan sono invece strumento di programmazione, in cui riduzione di consumo di suolo, partecipazione con criteri anche di genere, riduzione dei consumi, risparmio energetico attraverso l’obbligo alla cogenerazione, l’applicazione di standard casaklima A, percorsi di superficie solo pedonali –e le auto solo nell’interrato, sono gli elementi di maggior evidenza.
ad incentivo per il costruire sul costruito è concessa la soprelevazione come premialità riguardo il risparmio energetico, non solo rispetto le caratteristiche dell’involucro ma anche dell’impianto adottato, valutato tramite un programma di calcolo dei consumi messo a disposizione dei progettisti dall'Amministrazione, il cui esito viene allegato alla pratica edilizia. Infine mostra alcuni esempi di sperimentazione su 10 edifici di diversa tipologia compiuti attraverso fondi europei.
A Bologna (380.000 abitanti) attraverso le diverse scale di piano sono state identificate diverse opportunità a dimensioni differenziate tra loro. Giovanni Fini, Dirigente del Settore Ambiente del Comune, mostra alcuni esempi di qualificazione diffusa realizzata attraverso bandi che hanno compreso oltre che il miglioramento ambientale anche dotazioni pubbliche di qualità: risparmio energetico, permeabilità dei suoli, strutture sismiche. Anche a Bologna sono stati introdotti i requisiti edilizi per aggregati, premianti fino al 20% di bonus volumetrico, copiando alcune delle buone pratiche di Bolzano.
A chiudere la prima parte della mattinata sono intervenuti gli architetti Carlo Berizzi e Matteo Tartufoli, che hanno presentato la Ricerca Habito, da loro svolta grazie ad un finanziamento della AIM, un coordinamento tra università di Pavia e Politecnico. Scopo della ricerca è stato verificare come le best practice internazionali, rappresentate da 32 progetti contemporanei di qualità riconosciuta, in italia non avrebbero possibilità di realizzazione proprio a causa dei regolamenti vigenti.
La matassa di regole, come si diceva, o si taglia o si tenta di sbrogliarla. Questa seconda appare la via che di fatto cerca di seguire il Comune con questa nuova proposta di Regolamento Edilizio. E' comunuqe un fatto che il ginepraio di norme alle diverse scale non permette di sostenere le eccellenze analizzate al 100%, da cui si evince che la semplificazione del processo burocratico senza semplificazione della norma non è risolutivo: diventa solo in questi termini trasferimento di responsabilità sul progettista.
Fuori programma ma nel merito il presidente del CNAPPC Leopoldo Freyrie viene invitato a dare il quadro dello sviluppo della situazione legislativa attuale.
Prima di tutto va risolto il titolo V della costituzione, che oggi determina la competenza in materia territoriale a scala regionale e non nazionale.
Riguardo la nuova legge sul consumo di suolo, afferma, la commissione ha il testo quasi pronto. Per il piano scuole il Cipe ha stanziato 500 milioni. La vendita dei beni demaniali invece non procede come auspicato e l’edilizia sociale è in alto mare.
Ma la cosa preoccupante è che manca un quadro complessivo, un progetto, quando temi come beni demaniali/abitare, sociale/scuole potrebbero essere un unico vettore. Come CNA abbiamo proposto cabine di regia per mettere in sinergia politiche e pubblica amministrazione, così come un regolamento edilizio nazionale, prestazionale. Oggi, conclude, gli edifici razionalisti dei nostri padri di cui andiamo fieri non si potrebbero realizzare.
Dal pubblico una domanda in merito al processo di elargizione delle premmialità, che spesso poi non si vede realizzato.
A Bolzano, risponde Maria Chiara Pasquali, se realizzi casaklima vige una certificazione che lo garantisce, compiuta direttamente dagli uffici pubblici di casaklima e a lavori ultimati.
A Bologna l’incentivo viene riconosciuto col permesso di costruire, afferma Giovanni Fini, e per questo non abbiamo una grande capacità di controllo sul rispetto dei criteri. Certamente la via è senz’altro quella di Bolzano di compiere certificazioni a fine lavori.
Dal pubblico Alberto Lunghini, consulente immobiliare, sottolinea quanto non si sia parlato di mercato, laddove questo condiziona significativamente il livello qualitativo delle costruzioni. Il costo dei terreni, le modalità costruttive, il processo insomma deve costare meno per poter accedere al mercato reale, e questo non lo stabilisce la norma. E' un fatto, afferma, che si dovrà passare, per vendere, da 2.400€/mq a 1.400€/mq, se si vuole raggiungere la domanda diffusa contemporanea.
La seconda parte dell’incontro, moderata da Alessandro Arona, giornalista di Edilizia e territorio del Sole 24 Ore, pone un quesito generale: l’introduzione del modello unico per le SCIA, così come la proposta di un regolamento edilizio nazionale sono davvero forme di semplificazione?
Sul regolamento edilizio di Milano, rivolgendosi in specifico all’Assessore Ada Lucia De Cesaris, solleva numerose osservazioni:
- demolizione/ricostruzione senza rispetto della sagoma?
- bagni ciechi negli appartamenti sopra i 70mq: un tema risolto con l’ASL?
- edifici abbandonati: sugli obblighi di manutenzione posti, come si procederà operativamente?
- Il silenzio assenso sul permesso è davvero un automatismo acquisito, se di fatto sia banche che notai non lo accettano come atto certo?
L’assessore Ada Lucia De Cesaris non intende dibattere sulle singole norme, già ampiamente discusse in fase di adozione, ma invita a leggere il Regolamento insieme alle Norme Tecniche Attuative del PGT.
Nella gincana tra le norme ai vari livelli, cui si è voluto mettere ordine e fare chiarezza, ha trovato nell’ASL molta collaborazione. Obiettivo dichiarato: permettere al professionista di autocertificare con serenità le proprie pratiche. Passi avanti, afferma, si sono compiuti nella regolamentazione dei seminterrati, delle scale,nelle costruzioni nei cortili, sugli alloggi minimi -portati a superficie minima di 28mq, sulla disciplina della ristrutturazione.
I costruttori, come spesso accade, sono lapidari: dal ’75 a oggi è stata varata solo una norma utile e positiva, che stabiliva che 2 anni doveva essere la durata massima di chiusura di un fascicolo, ed è stata cancellata. Claudio De Albertis si sente realista: non si faranno più DIA se deve essere il professionista a autocertificare riguardo temi cruciali quali destinazione d’uso e rispetto delle norme.
Critica l’ambizione del RE di intervenire su norme tecniche, notoriamente scritte da costruttori e professori, ponendo l’attenzione sul singolo componente e non sull’intero oggetto, da cui far dipendere il rendimento globale. Perché la vera analisi la fa l’utente a posteriori.
L’assessore chiede nel merito e di non inventare cose. De Albertis elenca:
- tolleranze
- modifiche di destinazione
- Barriere architettoniche senza distinguo tra nuovo ed esistente
- distinguo corte / cortile
le regole, conclude, si sono fatte e si fanno a confronto con quanto l’industria delle costruzioni è in grado di mettere a disposizione oggi.
La doppia veste che l’Ordine rappresenta, di tutela rispetto sia i cittadini che i professionisti, vede Valeria Bottelli soddisfatta di quanto fatto fin qui dall'Amministrazione, di concerto con le parti coinvolte. Vi è tuttavia estrema urgenza di disporre dello strumento operativo, e per questo ora è necessario un passo indietro individuale riguardo la perfettibilità del testo per consentire un passo avanti complessivo.
La semplificazione è un tema enorme, ma ora, esorta, chiudiamo facendo giusto alcuni aggiustamenti pratici, come ad esempio che le copie successive alla prima siano elettroniche, e un distinguo più netto tra riuso e nuova costruzione.
Maria Pia dal Bianco, Presidente della Commissione Igienico Edilizia del Comune di Torino, mostra il RE approvato nel 2012, estremamente stringato e prestazionale, ma lamenta poi i tempi della burocrazia, che fanno sì che alla sua commissione i progetti arrivino vecchi di 3 anni.
Il punto di vista dell’operatore finanziario immobiliare è davvero un altro. Rodolfo Petrosino, Direttore Generale Idea Fimit, che gestisce fondi da 10 miliardi e un patrimonio di oltre 1.000 immobili, è piuttosto incisivo: la matassa è da buttare, essendo impossibile da sbrogliare.
Sono necessarie poche regole precise perché gli investimenti in Italia ripartano: la mancata certezza dei tempi tiene lontani anche gli operatori internazionali più temerari. Lo stesso vale per il patto di stabilità che ha ingessato i Comuni.
In tema semplificazioni, ricorda come in Francia il verbale steso a chiusura di riunione con la pubblica amministrazione è regola sottoscritta dalle parti, altro che autocertificazione del professionista. Infine sul riuso: provate a spiegare ad un investitore straniero che un edificio qualsiasi degli anni ’50 non si può demolire per ricostruire… così non si va da nessuna parte.
Cerca di fare un po’ d’ordine Carlo Cerami, avvocato amministrativista, già presidente di Polaris sgr, braccio operativo di Fondazione Cariplo per l’housing sociale.
Primo: qualunque strumento regolatore non può modificare l’assetto legislativo, e questo vale riguardo quanto detto oggi su ristrutturazione edilizia e cambio di destinazione d’uso. In mancanza di una esplicita definizione di sostituzione edilizia, ci si è affidati alla ristrutturazione, per quanto le dispute relative il rispetto della sagoma di un edificio demolito siano assurde. E poi: il cambio di destinazione lo stabilisce il PGT. Il RE è dunque uno strumento e per questo, afferma, non dovrebbe avere lo stesso iter di un Piano, come avviene oggi, ma andrebbe recepito in tempi molto più rapidi.
Ma di più: la crisi edilizia non è normativa, poiché è ben più importante la riforma della Pubblica Amministrazione rispetto alla modifica di qualunque regolamento.
L’incertezza lamentata dal mercato è di sistema, e per questo serve una nuova organizzazione, non un nuovo regolamento.
La qualità urbana, infine, attiene al dibattito pubblico, una qualità che porta investimenti, ma che non sarà il regolamento a designare.
Anche Giorgio Ciconali, Direttore del Servizio Igiene Pubblica ASL Milano, la prende da lontano.
Racconta infatti che faceva il neurologo, ma non vedere applicato negli ospedali quanto studiava lo ha portato a diventare igienista. Ma anche qui la frustrazione è di casa, quando visitiamo appartamenti di 48mq ‘abitati’ da 24 persone, come accaduto in via Salomone.
Relativizza riguardo l’altezza minima di abitabilità, e il paradosso per cui a Milano ci vogliono 2,70m e a Bormio 2,40m. Insomma, bisogna avere sempre presente che si possono prospettare avarie, scarsa manutenzione, situazioni estreme dove è la norma a definire il presidio di sicurezza.
Dal pubblico varie domande e interventi, tra cui molte di dettaglio riguardo alcuni articoli che presumibilmente potranno diventare osservazioni al Regolamento Edilizio in pubblicazione.
In chiusura l’assessore Ada Lucia De Cesaris propone di ricondurre l'attenzione alla grande sfida culturale del cambiamento in cui si ascrive il rapporto tra professionisti e pubblica amministrazione, oltre che con i committenti. Sottolinea quanto il cuore pulsi riguardo i baluardi della norma che sono incentivi, concorsi e qualità. Difende il lavoro dell’ASL e sottolinea con orgoglio che il Piano di Milano ha introdotto incentivi che ora in molti copiano, segno che si è sulla buona strada. Afferma infine che è in elaborazione un documento di ulteriore emendamento del PGT, orientato ai temi di rigenerazione dell’esistente.
Giorgio Ciconali tiene a sottolineare come ognuno abbia il suo ruolo: se si decide di pagare in salute, non è l'ASL a deciderlo, ma è loro dovere segnalarlo.
Chiude il presidente Valeria Bottelli richiamando tutti ad uno sforzo finale, volare più alto e avanzare la linea del Piave: perché riuso è futuro.
Rassegna stampa:
- Rinnovare l'abitare. Prescrizioni e prestazioni per il vivere urbano, Professionearchitetto.it, 24 Giugno 2014
- Rinnovare l'abitare, Prescrizioni e prestazioni per il vivere urbano, Edilia2000.it, 25 Giugno 2014
- Rinnovare l'abitare. Prescrizioni e prestazioni per il vivere urbano, Edilportale.it
- Rinnovare l'abitare. Prescrizioni e prestazioni per il vivere urbano, Infobuild.it
- Il nuovo Regolamento Edilizio porterà innovazione?, Designcontext.it, 25 Giugno 2014
- Rinnovare l'abitare: prescrizioni e prestazioni per il vivere urbano, archinfo.it, 25 Giugno 2014
- Il nuovo Regolamento Edilizio porterà innovazione?, Progettarearchitettura.it, 27 Giugno 2014
- Seminario e dibattito: "Rinnovare l'abitare. Prescrizioni e prestazioni per il vivere urbano" , Awn.it
- Rinnovare l'abitare, Prescrizioni e prestazioni per il vivere urbano, archiportale.it
- Regolamento edilizio Milano, per gli architetti il "riuso è futuro", Casaeclima.com, 8 Luglio 2014
- Norma e progetto. Nuovo Regolamento Edilizio del Comune di Milano, discussione aperta, arcipelagomilano.org, 8 Luglio 2014
- Nuovo Regolamento Edilizio Milano / Ordine degli Architetti: Milano, il diavolo, il bagno, il futuro. E un convegno aperto, mi-lorenteggio.com, 1 Luglio 2014
- Convegno Ordine Architetti: lunedì 7 luglio pubblicato nuovo Regolamento Edilizio Milano, mi-lorenteggio.com, 3 Luglio 2014
- I paletti degli architetti al Regolamento Edilizio, Il Giornale, 4 Luglio 2014
- Nuovo Regolamento Edilizio: puntare più sulla riqualificazione, L'Avvenire, 4 Luglio 2014