From 30.06.2014 to 30.07.2014
La proposta di riduzione dei requisiti richiesti ai professionisti per la partecipazione alle gare di progettazione cade nel vuoto. Il Governo torna sui propri passi
dopo l'annuncio il 20 giugno di una forte riduzione dei criteri di selezione di accesso ai Lavori Pubblici da parte dei professionisti, il DL 90 varato la scorsa settimana non ne vede più traccia. un passo indietro rispetto le importanti istanze di semplificazione proposte nella precedente versione. vediamo il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori:
Roma, 25 giugno 2014. "Nonostante gli annunci e i testi entrati in Consiglio dei Ministri le riforme annunciate sono scomparse nel DL 90: un settore fondamentale per l'economia del Pese come quello dell'edilizia, infatti, è stato tout court tagliato fuori dagli annunciati intenti riformisti del Governo, se si eccettua l'unificazione su tutto il territorio nazionale dei moduli Scia e per il permesso di costruire. Non solo, si è volutamente evitata l'apertura del mercato dei lavori pubblici, che rimane accessibile a pochi eletti"
Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sul testo del decreto legge sulla P.A appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
"Avevamo ingenuamente creduto - confortati anche dalle diverse versione del testo circolate nei giorni scorsi - che il Governo Renzi procedesse davvero ad una reale semplificazione delle norme, mantenendo saldi i principi di tutela del territorio, alla effettiva promozione di Riuso, la rigenerazione urbana sostenibile e che venissero finalmente adottati provvedimenti per favorire, all'insegna della trasparenza, il mercato dei lavori pubblici. Ma evidentemente manca il coraggio per fare riforme vere e si rimane ostaggio di quella burocrazia che sta affondando lentamente e inesorabilmente l'Italia ".
"Non aver smontato il coacervo opaco di norme e di procedure defatiganti che ostacolano gli investimenti e la qualità dell'architettura condanna il Paese all'abusivismo e - come se non bastassero le recenti vicende Expo e Mose - alla corruzione e al malaffare".
"Non aver reso maggiormente accessibile il mercato dei lavori pubblici riducendo - sempre come si leggeva nelle diverse versioni del testo - i requisiti richiesti ai professionisti per la partecipazione alle gare di progettazione, santifica l'esistenza di quelle vecchie regole discriminatorie che hanno finora impedito alla pressoché totalità dei giovani architetti, oltre che alla grande maggioranza degli studi professionali di piccole e medie dimensioni, di partecipare alle gare per l'affidamento di servizi di architettura e di ingegneria. Ciò in violazione ai principi della libera concorrenza a cui si ispirano le più recenti direttive europee in materia di appalti."
"Ci chiediamo - conclude il Consiglio Nazionale - per quanto tempo ancora l'Italia può sopportare che la burocrazia cieca e autoreferenziale, alleata con coloro che vogliono un mercato drogato, uccida la speranza di una Italia migliore".
questo infatti il precedente comunicato del Consiglio Nazionale:
Roma, 20 giugno 2014. "Con la notevole riduzione dei requisiti richiesti ai professionisti per la partecipazione alle gare di progettazione, il Governo ha reso maggiormente accessibile il mercato dei lavori pubblici, superando le vecchie regole discriminatorie che hanno finora impedito alla pressoché totalità dei giovani architetti, oltre che alla grande maggioranza degli studi professionali di piccole e medie dimensioni, di partecipare alle gare per l'affidamento di servizi di architettura e di ingegneria."
Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sul Dl Misure Urgenti per la Riforma della Pubblica amministrazione che prevede, all'articolo 65, nella versione entrata in Consiglio dei Ministri lo scorso venerdì, un notevole abbattimento dei requisiti "quantitativi" per l'accesso alla alle gare.
"Ci battiamo da anni contro il vecchio sistema che, fissando requisiti per l'accesso alle gare come il fatturato ed il numero di dipendenti del professionista, ha di fatto progressivamente riservato il mercato dei servizi di architettura e ingegneria ad un numero molto ridotto di strutture professionali, in violazione ai principi della libera concorrenza a cui si ispirano le più recenti direttive europee in materia di appalti."
"Il Decreto - augurandoci che sia confermata quella versione - da, dunque, una spallata a quel sistema che ha alimentato una progressiva chiusura del mercato, che oggi sta assumendo dimensioni allarmanti, per gli effetti della crisi economica, che impedisce alla stragrande maggioranza dei professionisti di conseguire o di conservare il possesso di tali requisiti. Dunque, un provvedimento che, aprendo il mercato, oggi riservato a pochi, ne consentirà finalmente una gestione più trasparente, tanto più significativa in questo momento che vede il nostro Paese esposto a scandali ed a corruzione".
"Dopo questo primo passo, puntiamo adesso all'improrogabile definizione di una nuova legge sui lavori pubblici che, recependo la nuova direttiva comunitaria in materia di appalti, punti alla trasparenza, ad una ulteriore apertura del mercato, alla valorizzazione delle capacità professionali ed al rilancio dell'istituto del concorso, quale elemento prioritario di selezione dei progetti per la realizzazione di opere pubbliche di qualità, così come avviene nella gran parte dei paesi europei".
nel merito:
- Viene portato da cinque a sette anni il periodo su cui calcolare il requisito del fatturato, che deve essere compreso tra 1,5 e 3 volte (non più tra 2 e 4 volte) l’importo a base d’asta.
- Si ammorbidiscono anche le valutazioni sui servizi svolti negli ultimi dieci anni di attività. Il progettista dovrà dimostrare di aver effettuato almeno un servizio (non più due) relativo ai lavori appartenenti alle categorie delle opere da affidare per un importo non inferiore ad un valore compreso fra 0,40 e 0,80 volte l'importo stimato dei lavori cui si riferisce la prestazione.
- Si dovrà anche dimostrare, per gli ultimi dieci anni, l’espletamento di servizi relativi a lavori appartenenti ad ognuna delle classi e categorie dei lavori cui si riferiscono i servizi da affidare, per un importo globale per ogni classe e categoria pari ad almeno una volta (non più compreso tra 1 e 2 volte) l'importo stimato dei lavori cui si riferisce il bando.
- Il personale tecnico usato negli ultimi cinque anni (non più tre anni) dovrà infine essere compreso tra 1 e 1,5 volte (non più tra 2 e 3 volte) le unità stimate nel bando per lo svolgimento dell’incarico.