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Offerta: numeri di Casabella in vendita!

From 10.04.2014 to 10.05.2014

Da oggi è possibile acquistare tramite l'e-shop della Fondazione alcuni numeri della storica rivista Casabella. Le occasioni spaziano dagli storici numeri degli anni '50 e '60, diretti da Rogers, fino agli anni '90 diretti da Gregotti

Da oggi è possibile acquistare tramite l'e-shop della Fondazione alcuni numeri della rivista Casabella. Le occasioni spaziano dagli storici numeri degli anni '50 e '60, sotto la direzione di Ernesto Nathan Rogers (quando la rivista si chiamava “Casabella-Continuità”), fino agli anni Novanta, quando al timone c'era Vittorio Gregotti. In mezzo a queste due grandi stagioni editoriali, si sono alternati alla guida della rivista Gian Antonio Bernasconi, Alessandro Mendini e Thomas Maldonádo.

Si tratta di numeri tratti dall'ampio patrimonio della Biblioteca della Fondazione dell'Ordine che, disponendo di diverse collezioni doppie e triple accumulate nel corso degli anni grazie alle donazioni ricevute, decide di cedere ad un prezzo speciale (con un ulteriore sconto del 40% riservato agli iscritti all'Ordine di Milano) alcuni numeri doppi appositamente selezionati, con la finalità di reinvestire i proventi nell'ampliamento della biblioteca che, ricordiamo, è a disposizione degli iscritti.

Chi fosse particolarmente interessato all'offerta, può venire su appuntamento a visionare una più ampia collezione di numeri in vendita, scrivendo a: biblioteca@ordinearchitetti.mi.it.

La rivista Casabella ha svolto un ruolo centrale nel dibattito sull'architettura moderna nel contesto italiano e, in determinati fasi storiche, anche internazionale. Nata nel 1928 sotto la direzione di Guido Marangoni con la volontà di creare una "coscienza estetica (...) ispirata dalla nostra insigne tradizione" nell'ambito delle arti decorative, la rivista sviluppa presto una linea editoriale incentrata sull'architettura, grazie alle prime collaborazioni di Alberto Sartoris e Giuseppe Pagano. Quest'ultimo gestirà la guida della rivista tra il 1933 e il 1943, con la fondamentale collaborazione di Edoardo Persico, e, programmaticamente, ne farà il luogo privilegiato per la battaglia per l'affermazione dell'architettura moderna: "razionalismo e funzionalismo si fonderanno in un solo significato di modernità e bellezza", scriveva in un editoriale del 1933, in aperta polemica con una concezione dell'architettura di matrice ottocentesca ancora incentrata sull'uso degli ordini. Rispetto al suo contraltare Domus, diretta da Gio Ponti e dal 1933 afferente alla stessa casa editrice, Casabella sviluppava un discorso più strettamente riservato agli addetti ai lavori: l'obiettivo non era tanto la formazione di una committenza dal gusto "moderno" ma la definizione metodologica di una coerenza tra presupposti teorici - potremmo dire anche etici - e prassi professionale.

Nel dopoguerra Casabella assume un ruolo centrale nel dibattito sulle sorti dell'architettura. Rogers, direttore della rivista dal 1954 al 1964, ne accresce l'autorevolezza internazionale grazie ai suoi rapporti coi maestri del Movimento Moderno, al suo ruolo svolto presso i Ciam e all'importante attività professionale coi BBPR. La parola "continuità", affiancata al logotipo "Casabella", corrisponde alla volontà programmatica di collocare la modernità all'interno di un preciso sviluppo storico: un percorso che la guerra aveva drammaticamente interrotto, evidenziandone le contraddizioni.

Dopo Rogers si avvicendano prima Gian Antonio Bernasconi, poi Alessandro Mendini e Thomas Maldonado. L'attenzione si sposta su temi legati al design, rinnovando sostanzialmente anche la veste grafica. Nel 1982 quando alla direzione arriva Vittorio Gregotti, già da tempo all'interno della redazione, si apre una nuova stagione che durerà sino al 1996. La rivista diventa strumento di analisi e approfondimento di tematiche tipologiche e compositive, con grande attenzione alle questioni urbane. Assumono una certa regolarità e frequenza i numeri doppi "monografici" o "tematici". Oggi Casabella, diretta dal 1996 da Francesco Dal Co, prosegue la sua attività editoriale privilegiando rispetto al passato la centralità della singola opera architettonica rispetto a tematiche di ricerca e approfondimento che hanno caratterizzato il periodo di Gregotti.

Attraverso le diverse stagioni di Casabella è possibile rileggere la vicenda dell'architettura del '900 da un punto di vista interno, potremmo per certi versi dire "militante". Una cartina tornasole che ci ricorda come il mestiere dell'architetto abbia svolto nel passato - e speriamo possa ancora svolgere in futuro - un ruolo civile, attivamente critico e non subalterno all'interno della società.

Alessandro Sartori

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