From 13.02.2014 to 13.07.2014
Un'analisi dedicata ai 23 comuni di prima cintura frutto della collaborazione tra la redazione di 'Milano che cambia', Centro Studi PIM e E Mapping. Primi passi verso un 'Osservatorio partecipato'?
Un lavoro svolto in patnership tra Ordine degli Architetti di Milano - redazione di 'Milano che cambia', Centro studi PIM e sezione E.mapping di ANCE Assimpredil, dedicato alla mappatura delle trasformazioni del territorio in corso nei 23 comuni di prima cintura.
L'esito è riassunto in alcune analisi più sotto commentate, insieme al report del seminario svoltosi il 13 febbraio.
Uno strumento di lavoro per la condivisione delle informazioni legate ai singoli ambiti di Trasformazione navigabile attraverso una mappa interrogabile, che potete aprire cliccando sull'immagine qui sotto. Buon viaggio
Nella prospettiva di definire, prima ancora che istituire, la Città Metropolitana, si pone il tema delle conoscenze utili per la sua pianificazione non solo territoriale e, insieme l'opportunità di condividerle a tutti i livelli: quasi una sorta di "Osservatorio partecipato delle trasformazioni della regione urbana milanese".
In questa prospettiva, all'inizio del 2011 l'Ordine degli Architetti della Provincia di Milano e il Centro Studi PIM hanno condiviso l'idea di una prima sperimentazione in cui far convergere i dati già elaborati dai due enti - la documentazione della sezione "Milano che cambia" dell'Ordine e il SIT "Grandi progetti" di PIM. E' stato così organizzato un gruppo di lavoro impegnato ad approfondire i contenuti già disponibili attraverso la consultazione di diverse ulteriori fonti. Ne è scaturita una prima Mappa che rappresenta le aree oggetto di trasformazione di Milano e dei Comuni delle Province di Milano e di Monza e Brianza.
Nel dicembre 2012, allargando il gruppo di lavoro alla sezione E-Mapping di ANCE Assimpredil, si è avviata una nuova fase di lavoro, attraverso cui ci si è proposti di effettuare un'azione di approfondimento, verifica e sperimentazione riguardo i 23 Comuni della prima cintura dell'area metropolitana milanese:
Arese, Assago, Baranzate, Bollate, Bresso, Buccinasco, Cesano Boscone, Cologno Monzese, Cormano, Corsico, Cusago, Novate Milanese, Opera, Pero, Peschiera Borromeo, Rho, Rozzano, San Donato Milanese, Segrate, Sesto San Giovanni, Settimo Milanese, Trezzano sul Naviglio, Vimodrone.
Da questo lavoro è nata la mappa che potete vedere cliccando qui o sulla mappa sopra pubblicata, in cui è possibile muoversi e visualizzare le singole aree in trasformazione e in programmazione, distinguendo quattro diversi gradi di consistenza della trasformazione stessa: aree potenzialmente trasformabili (aziende in dismissione, terreni resi disponibili..) con previsioni di piano, con strumento attuativo approvato, aree in cantiere ovvero già in trasformazione.
Cliccando su ogni area si apre una specifica finestra di dettaglio che evidenzia alcuni dati significativi: localizzazione, ambiti tematici di interesse, funzioni principali, slp totali, etc. La totalità delle informazioni accolte è poi riassunta in schede .pdf che illustrano anche le caratteristiche del contesto interno ed esterno al sito.
E' poi possibile nello stesso collegamento scaricare oppure sfogliare direttamente in rete il fascicolo che raccoglie le analisi che il gruppo di lavoro ha compiuto secondo temi e prospettive che intrecciano gli interessi dei singoli enti, al fine di proporre alcuni spunti utili a migliorare la conoscenza del territorio che costituisce la città metropolitana.
Si tratta naturalmente di un inizio, cui dovranno necessariamente seguire ulteriori elaborazioni ed approfondimenti sull'intera area metropolitana, auspicando che vengano coinvolgendosi nel tempo altri soggetti ed enti interessati al potenziamento delle conoscenze e interpretazioni dei processi di trasformazione che il nostro Osservatorio qui propone.
Francesco de Agostini
Carlo Venegoni
Alessandro Stabilini
giovedì 13 febbraio 2014 presso il Centro Studi PIM si è svolto un Incontro dedicato alla presentazione dei risultati del lavoro di mappatura delle trasformazioni del territorio in corso nei 23 comuni di prima cintura, con particolare attenzione alle modalità di condivisione delle informazioni attraverso il supporto del web, e la costruzione di una Mappa interrogabile, sviluppato in partnership da Ordine degli Architetti di Milano - redazione di 'Milano che cambia', Centro studi PIM e sezione E.mapping di ANCE Assimpredil. Di seguito un resoconto della mattinata.
Franco Sacchi, direttore scientifico del centro studi PIM, apre il seminario rilevando due aspetti cruciali emersi dal lavoro di ricerca.
Il primo, relativo alla qualità della trasformazione letta attraverso l’analisi del DB costruito, che riguarda la questione del consumo di suolo, inerente la spazializzazione delle politiche.
Il secondo di carattere metodologico, riguardo un salto di qualità possibile attraverso i nuovi strumenti informatici (leggi web) di scambio delle informazioni, a consolidare conoscenza dal basso.
La pianificazione strategica a scala metropolitana appare la “grande scommessa” per il territorio e la sua riqualificazione, la cui conoscenza è un bene pubblico a priori.
Francesco de Agostini, responsabile della sezione Milano che cambia del sito dell’Ordine degli Architetti, introducendo il lavoro compiuto racconta come il progetto sia nato dall’esigenza di ampliare la mappatura dell’Atlante delle trasformazioni edito sul sito soprattutto alla scala del territorio provinciale.
Da qui l’incontro con PIM, con cui si è avviato il confronto condividendo il Data Base del SIT grandi progetti di PIM con i dati MCC a scala provinciale, coprendo i 189 comuni delle provincie di Milano e Monza Brianza.
La conseguente mappa, caratterizzata dalla distinzione tra costruito –in cantiere o realizzato nell’arco degli ultimi 15 anni- e programmato, ha stimolato l’incremento dei contenuti del data base finalizzato a raccogliere e organizzare le informazioni relative agli ambiti di trasformazione delle 2 provincie.
Per questo, ampliato il gruppo di ricerca al contributo di Assimpredil ance, si è proceduto ad una campagna di lettura dedicata ai 23 comuni di prima cintura milanese, sperimentando un originale set di dati, di carattere quantitativo e qualitativo, come si comprenderà meglio nelle analisi a seguire.
Si è dunque proceduto alla raccolta dei dati attraverso la sollecitazione dei funzionari di tutte le 23 amministrazioni coinvolte, parallelamente alla consultazione degli strumenti di Piano da queste prodotti, data base organizzato attraverso un foglio di Excel di sintesi, poi inserito nel gis di gestione dei dati per le sue diverse rappresentazioni.
Giovanni Procacci, responsabile della sezione e.mapping che con Cecilia Bolognesi ha condiviso il lavoro per conto di ance, illustra brevemente le modalità di navigazione all’interno della mappa on line: i diversi strumenti di navigazione –zoom, indirizzo, diversi supporti cartografici- e di interrogazione delle aree, le specifiche schede scaricabili singolarmente in formato pdf e, nel caso di realizzazione, il collegamento web alle diverse fonti (MCC).
Segue quindi una rapida descrizione dei criteri metodologici, di cui Pietro Lembi tiene a specificare da una parte l’identità degli esiti, inesorabilmente legata al rapporto tra persone, l’utilizzo del dato di Superficie Territoriale ST rispetto al più corretto SLP, e il grande lavoro compiuto dal SIT regionale in questo ultimo anno.
Il territorio in trasformazione nei 23 comuni di prima cintura ha una superficie di circa 20 milioni di mq, da implementare, come suggerito poi dall’Arch. Federici di Regione Lombardia, con gli ambiti inseriti nel tessuto urbano consolidato (T.U.C.) di prossima pubblicazione nel DB.
Le analisi rappresentate da 11 tavole, scaricabili dai siti dei diversi enti accompagnate da un breve commento, Francesco de Agostini le suddivide in tre capitoli tematici descrittivi le aree in oggetto:
- Quantità e natura del suolo
- Funzione prevalente e sue relazioni con il contesto
- Relazioni con infrastrutture e servizi
Tra i dati emergenti sottolineati da Pietro Lembi naturalmente quelli dedicati al consumo di suolo, la cui delicatezza di argomentazione va di pari passo ai dati dusaf, da qualche anno in aggiornamento.
È dunque seguito il dibattito con i numerosi ospiti, cui Marco Engel, ex vicepresidente del Consiglio dell’Ordine recentemente rinnovato, oltre che attivo urbanista, propone un paio di spunti: da una parte la stagione di pianificazione straordinaria conclusasi, dall’altra la condizione inedita creatasi di offerta di aree edificabili superiore alla domanda, contratta non solo dalla crisi.
Oggi siamo di fronte ad una nuova stagione dell’ urbanistica, di revisione dei piani, rispetto alla quale capire quali e quante siano le aree interessate a potenziale trasformazione è determinante, qualificando così la mappa proposta come strumento utile a questo.
Il linguaggio comune è la premessa ad ogni scambio, e per questo, afferma Maurizio Federici, dirigente del settore programmazione e pianificazione del territorio della Regione Lombardia, si devono prevedere modalità condivise di linguaggio. In questa direzione il lavoro di ricerca si allarga alle regioni adiacenti, fattibile oggi che con l’obbligo di legge di utilizzo del supporto informatico per il caricamento dei PGT approvati sul portale regionale abbiamo dati aggiornati.
La manutenzione del dato è il secondo spunto proposto, e gli enti locali devono essere sensibilizzati a riguardo, per cui ben vengano supporti come quello proposto.
Riguardo il dato qualitativo proposto dalla ricerca, segnala che per le valutazioni dedicate al potenziale di trasformazione manca un dato fondamentale relativo l’invenduto, soprattutto nel comparto residenziale.
Terzo punto: anchela programmazione concordata va ricondotta allo strumento del PGT. Che significa che non si deve lavorare a spot, ma a sistema. Suggerisce infine di considerare le aree degradate –in parte in realtà segnalate nella mappa proposta, la dove segnalate, come ‘aree potenzialmente trasformabili’.
Le analisi proposte appaiono in un ottica urbanistica più che territoriale, afferma Emilio De Vita, direttore del settore Pianificazione Territoriale e Programmazione delle Infrastrutture Provincia di Milano, in quanto sembra mancare il dato ambientale, agricolo e infrastrutturale.
Un dato che se non rientra nei bisogni di chi investe o progetta, è imprescindibile per chi pianifica. Ignorare la presenza del parco agricolo rende strabici.
Condividere le tassonomie al fine di valutare le compatibilità. Segnala come nella Pianificazione molti ambiti di trasformazione non ancora oggetto di programma sono più ampi del necessario in via del tutto precauzionale.
Le amministrazioni nella redazione dei loro piani di governo ragionano entro i loro confini amministrativi, ma è imprescindibile una visione a scala vasta, menzionando il PTCP della provincia di Milano approvato a dicembre. Infine concorda riguardo la necessità di una mappatura dettagliata delle aree dismesse.
Vera la necessità di condividere il linguaggio, ma anche il dato e la sua attendibilità, afferma Antonio Infosini, direttore settore territorio della Provincia di Monza e Brianza. Amplia il tema della lettura delle aree dismesse e dell’invenduto, anche sulla domanda emergente.
Propone anche una questione di metodo in relazione all’area metropolitana: l’omogeneità di trattamento non rischia di non garantire i territori più deboli?
Nel dare la parola a Simona Collarini, direttore del settore Urbanistica del Comune di Milano, Marco Engel ricorda che mappare le esigenze implica un carattere politico e non tecnico, in questa giornata non presente.
Simona Collarini parte da semplici enunciati:
- la mappa non è territorio
- la sovrabbondanza di dati non è necessariamente conoscenza
il Comune di Milano non ha ancora il PGT navigabile –l’Ordine degli architetti lo ha pubblicato sul proprio sito da un anno in modalità accessibile a tutti- subisce molte pressioni dai mondi ‘open’, che però non permetterebbero di dialogare con il sit Regionale.
L’aggiornamento del dato significa monitoraggio, comunque indispensabile per l’infrastrutturazione degli oltre 20 milioni di mq di aree di trasformazione nel comune. Lo stesso vale per l’indagine svolta su immobili ed aree degradate, la cui lettura del resto risulta piuttosto complessa.
Il processo informatizzazione oramai avvenuto legittima l’obbligo di dialogare con il gis regionale. Paolo Riganti, direttore del settore governo del territorio del Comune di Sesto San Giovanni, tra i 23 coinvolti nel lavoro di ricerca, solleva qualche dubbio sulla definizione di stato di attuazione –per altro acquisito dalla nostra ricerca la dove definisce l’insieme di ‘aree in cantiere o concluso’ semplicemente quelle il cui processo è avviato.
Sottolinea anche la difficoltà nel categorizzare e rappresentare le funzioni degli ambiti: l’attuazione è alla fine un’operazione contrattuale, alla stato dell’arte è troppo teorico e, come anticipato dall’arch. Collarini, nell’attuazione possono subire variazioni. Suggerisce infine di tenere in considerazione i grandi progetti infrastrutturali (es. TEM) nell’analisi delle dinamiche di localizzazione delle nuove trasformazioni e di quelle già in essere.
Livio Frigoli Dirigente Responsabile del settore programmazione e coordinamento del Comune di Legnano, in qualità di ospite ‘esterno’, riporta l’attenzione su città metropolitana: conoscenza, programmazione, progettazione, linguaggio comune e norme, sono premesse necessarie al ragionamento politico sulle regole che presiedono la sua progettazione, senza dimenticare il far bisogno dei servizi come lettura sovra comunale della domanda cittadina.
Seguono alcune domande e osservazioni dal pubblico.
Lorenzo si chiede riguardo il dismesso o lo sfitto quali criteri temporali lo definiscono? e come mai questo lavoro non è stato sviluppato daorgani preposti? E come siete riusciti a vedere la qualità del livello locale?
Pietro Lembi sottolinea il valore di metodo piuttosto che scientifico dei risultati della ricerca, proprio in vista di città metropolitana.
Flora Vallone propone di estendere il lavoro alla domanda di territorio verde, di parchi e ambiente, oltre che naturalmente a Milano
Altri dal pubblico ricordando come PIM avesse un ruolo culturale negli anni ’70, lo esorta a entrare nel merito istituzionale di città metropolitana.
L’Assessore di Cinisello Maurizio Cabras definisce quanto visto uno strumento di lavoro di grande interesse, propone di affinare le analisi relative al consumo di suolo in direzione di sostenibilità, ma tuttavia chiede anche risorse, e alla regione sinergie, insieme al linguaggio comune. Forse la soluzione può essere anche nel confronto coi privati?
A conclusione Franco Sacchi propone 6 punti a memoria del fertile dibattito compiuto per lo sviluppo del lavoro:
- Il livello di complessità aumenta più del livello di sofisticazione degli strumenti concepiti a padroneggiarla
- Oltre all’informazione esiste interpretazione
- La produzione di conoscenza va orientata al progetto
- La mappa non è territorio. Lo scarto è nell’accessorio monitoraggio
- La conoscenza se fruibile mette a disposizione strumenti per il dibattito, in termini di democrazia
- Questo lavoro non è un prodotto ma uno strumento di lavoro al servizio degli enti locali
Nello spirito innovatore shumpeteriano, afferma, dobbiamo allora salire sulle spalle del gigante viaggiando leggeri per essere veloci. Ma dietro ogni avanguardia devono esserci le corazzate che determinano la coerenza dei processi progressivi, invitando in questo modo eroico Regione ed Enti locali a partecipare all’Osservatorio proposto con la ricerca presentata.