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Obbligo del POS, in attesa delle Regole attuative

From 16.01.2014 to 16.02.2014

Il parere legale richiesto dal Consiglio Nazionale denuncia come incostituzionale l'obbligo per i professionisti di dotarsi di POS. In attesa delle regole attuative per cui sarebbero ammesse transazioni a contanti solo fino a 30 euro

Il parere legale richiesto dal Consiglio Nazionale denuncia come incostituzionale l'obbligo per i professionisti di dotarsi di POS.
Per importi superiori a 30 euro i professionisti dovranno infatti accettare i pagamenti con bancomat. Comunque sia, in attesa delle Norme Attuative fino al 30 giugno 2014 saranno in obbligo solo quelli che hanno un fatturato sopra i 200mila euro, in attesa del parere della Banca d'Italia, che definirà  le regole per l’attuazione dell’obbligo di installare il POS negli studi professionali. Successivamente al 30 un nuovo decreto fisserà le regole per tutti.

Secondo la Legge 221/2012 che ha introdotto l’obbligo del POS, la norma dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2014. Ma il decreto attuativo, dopo il via libera della Banca d’Italia, dovrà essere esaminato dal Ministero dell’Economia. È quindi improbabile che arrivi in Gazzetta entro il 2013.

Non è esclusa dunque la proroga dell’entrata in vigore, già proposta e respinta nelle ultime settimane per due volte, alla Camera e al Senato, sollecitata a viva voce dal CNA, di cui proponiamo il comunicato stampa. Qui il parere legale

Roma, 18 dicembre 2013. Il Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e
Conservatori, si assume la piena responsabilità di affermare – confortato da pareri di autorevoli
giuristi – che l’obbligo di installare il POS, apparecchiatura che permette di leggere e accettare
pagamenti tramite carte di debito (bancomat) accreditando l’importo direttamente in conto corrente
senza utilizzare denaro in contanti, non si applica agli architetti iscritti nei nostri Albi, qualora sia fatta
salva la possibilità per il Committente di pagare con bonifico bancario, strumento questo che consente
la piena tracciabilità del pagamento, o con assegno.
Così il Consiglio nazionale sulla norma – inserita nel DL 179/2012, convertito nella L. 221/2012 - che
all’articolo 15, comma 4, prevede che dall’1 gennaio 2014 “i soggetti che effettuano l’attività di vendita
di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali”, sono tenuti ad accettare anche pagamenti
effettuati attraverso carte di debito, utilizzando il POS.
“Ma – ricorda ancora il Consiglio nazionale – vi è, da un lato, una presa di posizione della Banca d’Italia
che solleva non pochi distinguo e, dall’altro, il fatto che mancano ancora i decreti attuativi attraverso i
quali dovranno essere espressamente individuati i soggetti interessati dal POS, in quanto la norma fa
solo riferimento a “prestazione di servizi, anche professionali”; così come manca la disciplina relativa
agli eventuali importi minimi, le modalità e i termini di attuazione. Di fatto una norma, priva di
disposizioni applicative per quanto attiene la decorrenza dell’1 gennaio prossimo”.
“Abbiamo tentato e continueremo a tentare, assieme alle altre professioni – continua il Consiglio
nazionale - un'azione politica sul Ministero competente affinchè venga chiarito nei decreti attuativi che
sono esclusi tutti coloro che, come noi, non farebbero alcun uso del POS - per numero di fatture emesse
e tipologia degli importi - pagandone comunque il servizio, e trasformando così una politica di
incentivazione della moneta elettronica in una tassa applicata solo ad alcuni cittadini. Una tale
vessazione ricadrebbe con maggiore forza sui giovani architetti che a fronte di redditi già minimi e
ulteriormente gravemente ridotti dalla crisi, sarebbero obbligati a dotarsi di POS, pagando per l'inutile
servizio una quota rilevante del loro magro fatturato”.
“Personalmente – dice da sua parte il Presidente del Consiglio nazionale, Leopoldo Freyrie -
per evidenziare il nostro necessario dovere di contrastare, a nome degli architetti italiani, una norma
così stupida ed iniqua, annuncio fin da ora e pubblicamente che pur svolgendo la libera professione,
non intendo dotarmi di POS e ricorrerò in tutte le sedi, fino alla Corte Costituzionale, per difendere
doverosamente la categoria che rappresento”.

 

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