From 04.06.2013 to 04.07.2013
Milanochecambia pubblica un primo capitolo di progetti di riuso, in particolare dedicato a interventi su edifici per uffici nel centro di Milano
Milano che cambia propone un primo nuovo capitolo dedicato questa volta alla trasformazione del patrimonio edilizio esistente, attraverso l’approfondimento di quattro progetti di recupero di importanti edifici per uffici oggetto di radicale trasformazione sia negli usi che nella loro conformazione, seguendo tre diverse strategie di intervento.
Un tema sempre più attuale di trasformazione minuta del tessuto storico, dove al tema del riuso attraverso azioni orientate al risparmio energetico si accompagna la rilettura volumetrica e funzionale del patrimonio esistente, inducendo inoltre importanti fenomeni di riqualificazione urbana, grazie anche all’indotto che queste trasformazioni innestano.
È sicuramente il caso dell’edificio sede degli uffici Deloitte, uno dei primi esempi del massivo recupero di qualità che l’area Tortona ha vissuto in questi anni. Esito di un concorso bandito dal gruppo Hines alle soglie del 2000 e vinto dallo studio di Mario Cucinella, è una ristrutturazione radicale dei volumi esistenti, in cui si afferma la nuova identità dell’edificio attraverso una nuova facciata su via Bergognone, virtuosismo di vetro appeso che deborda sui lati del volume a espanderne l’affaccio sulla piazza, così come nella corte interna coperta in scaglie di vetro.
Decisamente orientato alla ricucitura e al carattere urbano del suo intorno l’intervento di via Correggio, in cui l’architetto Giacomo Polin propone la trasformazione di un edificio tipicamente terziario degli anni ’60 in caratteri più tradizionali, utilizzando la struttura in cemento armato dell’edificio originario. Tale scelta è ancor più evidenziata dall’alterità con cui tratta invece i volumi di nuova costruzione ricavati dalla demolizione dei corpi di servizio adiacenti.
Infine i due edifici dello studio Park associati, il primo in Via Tiziano esito di un concorso vinto insieme a Cino Zucchi, il secondo ben più delicato li vede ristrutturare un importante pezzo di gloria dell’architettura moderna dei fratelli Soncini, La Serenissima, in cui la straordinaria sensibilità di lettura del manufatto esistente propone gesti misurati ma sempre riconoscibili, che sanno amplificare l’identità degli elementi preesistenti pur trasformandone radicalmente i modi d’uso.
Una strategia che è destinata a disegnare il futuro della nostra città.