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Insegnare a vedere l'architettura contemporanea

From 31.05.2013 to 24.06.2013

In una gremitissima Sala del Consiglio dell'Ordine si è tenuta il 28 Maggio la presentazione del progetto La città cambia, e noi? Incontri sull'architettura contemporanea per le scuole superiori

Lancio ufficiale del progetto di cultura architettonica rivolto a studenti delle scuole superiori a cura di Atelier mobile a scuola, con il partocinio del nostro Ordine.
Il 28 Maggio una trentina di docenti dell'area milanese hanno partecipato alla presentazione del progetto denominato "La città cambia, e noi?" nato da quattro architetti -  Veronica Scortecci, Francesca Battisti, Margherita Sala e Chiara Scortecci - impegnati nella professione e nell'insegnamento universitario con l'idea di divulgare la "grammatica di base" per comprendere lo spazio antropizzato, già nelle scuole superiori, per creare cittadini più rispettosi dell'ambiente, una committenza più consapevole e anche qualche appassionato di architettura contemporanea in più.
Valeria Bottelli, Consigliere segretario dell'Ordine, facendo gli onori di casa, ha presentato il progetto per la sua coerenza con la mission dell'istituzione, che metterà a disposizione delle curatrici, oltre agli spazi per i loro incontri e al supporto logistico e di comunicazione, tutto il bagaglio culturale elaborato negli anni dalla redazione del sito www.ordinearchitetti.mi.it -  relativo all'architettura del novecento (raccolta in itinerari tematici) e alla mappatura del recente sviluppo della città (Milano che cambia).
Veronica Scortecci parla delle origini dell'iniziativa, facendo preciso riferimento ad esempi esteri: Germania, Francia, Inghilterra, Danimarca, Olanda…
Il progetto è una risposta al bisogno di orientarsi rispetto al cambiamento in corso ed è finalizzato a sviluppare nei ragazzi la capacità di un uso creativo e responsabile dell’ambiente costruito, per rafforzare il rapporto tra architettura e società.
L'obiettivo è guidare lo sguardo degli studenti a “saper vedere l’architettura”: un’introduzione e un invito a leggere il nuovo, a Milano e nelle altre città del mondo, attraverso un percorso a temi che ne stimoli la curiosità e l’attenzione.

La parola passa a Margherita Sala e a Chiara Scortecci. Nelle loro brevi presentazioni si evince la scelta di una forma didattica che privilegi la partecipazione dei ragazzi e il confronto con la realtà europea. Grazie al confronto con i compagni, con i docenti e gli organizzatori degli incontri, ogni studente sarà sollecitato a portare il proprio contributo alla costruzione di un percorso condiviso, integrato e coerente, alimentando un dibattito critico sui temi proposti che costituirà un patrimonio comune delle classi coinvolte in ogni incontro. I workshop si concluderanno infatti con una verifica sotto forma di elaborati, foto o schizzi, che potranno eventualmente essere messi in mostra.

Chiude Francesca Battisti, che si sofferma sui tre cicli tematici studiati per rispondere ai diversi indirizzi scolastici: “La forma dello spazio”, “ I ritmi della città” e “Tracce di futuro” (pensato per gli studenti che nel percorso scolastico affrontano lo studio dell'architettura). Ogni ciclo tematico prevede due incontri da tenersi nelle scuole e un terzo, visita o workshop, da calibrarsi insieme agli insegnanti.
Ogni ciclo, analizzerà un’architettura e lo spazio pubblico da essa generato; leggerà un intervento a più vasta scala attraverso il quale la città, tramite l’architettura, ridefinisce i suoi confini culturali; affronterà un workshop in aula o una visita ad una nuova realizzazione che consentirà di condividere i risultati del ciclo.

Al termine della presentazione delle curatrici le domande non tardano ad arrivare. La prima la pone un genitore attivo al liceo Severi: sui costi.
Atelier mobile a scuola è una società no profit che cerca di mantenere i costi bassi: Si parla infatti di una cifra sotto i 400 Euro per un ciclo di 6 ore di lezione rivolte a circa 40 studenti. Oltre a sperare che alcune scuole finanzino l'iniziativa, dovendo invece ribaltare il costo sulle famiglie, si ritiene che una cifra di 10 Euro a studente possa essere accettabile. Atelier mobile si sta comunque già muovendo alla ricerca di sponsor, per abbattere ulteriormente la spesa.

Altri interventi sono invece di natura più metodologica. Un'insegnante di storia dell'arte - oggi in pensione - insiste sul fatto che la conoscenza critica sull'architettura debba tener conto di informazioni su due aspetti 1) utilità, 2) sostenibilità.
Nell'"utilità" si sommano i motivi che portano a realizzare un'architettura, il loro scopo , la committenza.
Nella "sostenibilità" si sommano i motivi relativi all'ambiente, come qualità dell'opera, (materiali e volumetrie) e la durata nel tempo.
L'apprezzamento estetico non può prescindere dal valore etico se veramente vogliamo che l'architettura sia una presenza positiva di habitat e storia.

Altri docenti esprimono grande apprezzamento per il progetto, mostrandosi disponibili ad approfondire, già per l'autunno.

La mattinata si chiude con il grande entusiasmo di un'idea che dalla carta sembra poter passare in poco tempo alla realtà.
Il prossimo appuntamento sarà per una lezione di prova aperta a tutti. Uno dei licei che ha aderito al progetto è disponibile ad ospitare in aula magna questo primo confronto con temi così nuovi per una suola superiore.

 

Susanna Conte

 

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