From 17.01.2013 to 17.02.2013
La Biblioteca dell'Ordine riscopre un lavoro monografico dedicato ad un professionista milanese attivo nel secondo dopoguerra
“Rapporti dimensionali esatti, equilibrio tra le parti, correlazione tra elementi orizzontali e verticali, tra pieni e vuoti, figure geometricamente definibili sono sempre stati una griglia di controllo, qualche volta ingombrante, dei processi che mi portavano a definire le forme di un progetto. Attraverso questa griglia dovevano passare di volta in volta tutte le prime ipotesi formali, i primi schizzi”.
(Francesco Gnecchi Ruscone)
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La Biblioteca dell'Ordine riscopre un altro lavoro monografico dedicato ad un professionista milanese attivo nel dopoguerra, che ha fornito un contribuito alla costruzione della Milano moderna. Realizzato nel 2004 dal CASVA (Centro di Alti Studi sulle Arti Visive) a conclusione del lavoro di sistemazione dell’archivio e curato da Anna Chiara Cimoli all'interno della collana “i quaderni del Casva”, il libro "L'archivio dell'architetto Gnecchi Ruscone" costituisce un primo strumento per l'analisi della ricerca professionale dell'architetto milanese. La sua figura si inserisce nel solco del professionismo colto attivo nel contesto lombardo a partire dal secondo dopoguerra, con alcune specifiche peculiarità come ad esempio gli interessi verso il panorama internazionale e il territorio, maturati durante una molteplicità di esperienze a partire dal VII Ciam di Bergamo, agli incarichi presso le Università di Londra, della California e della North Carolina, fino alle collaborazioni per Adriano Olivetti all'interno del coordinamento di studi sulle “aree depresse” del Sud Italia.
Nato a Milano nel 1924, Gnecchi Ruscone intraprende gli studi presso il Politecnico nel 1942, interrompendoli a causa della guerra e portandoli a termine nel 1949. Abilitatosi alla professione nello stesso anno, dopo un soggiorno londinese durato due anni presso la Association School of Architecture, si avvia alla professione. La sua prima opera importante è un allestimento presso la IX Triennale realizzato nel 1951 e dedicato al concetto di "proporzione": il progetto evidenzia l’aggiornamento rispetto alle esperienze di poco precedenti (si pensi ai lavori di Franco Albini negli anni Trenta) unitamente ad una non comune sapienza compositiva: un reticolo ortogonale di tubi metallici sorregge supporti verticali e lastre di vetro orizzontali in un sistema estremamente flessibile, dove la forza di gravità sembra affievolirsi e gli elementi della costruzione smaterializzarsi in un esito di grande forza poetica.
Degli anni Cinquanta è anche un edificio residenziale costruito alla periferia sud-est di Milano, in via Mincio, la cui composizione del fronte si articola attraverso la costante variazione della disposizione di logge ed elementi pieni, dove l'equilibrio è scandito dalla sovrapposizione di fasce marcapiano dalle eleganti proporzioni. Un'architettura certamente influenzata dalla coeva corrente astrattista del MAC (Movimento per l'Arte Concreta), in analogia con i lavori che stavano realizzando negli stessi anni Attilio Mariani e Carlo Perogalli sullo stesso tema del condominio.
In coda al volume si trova un interessante regesto fotografico che, assieme all’itinerario monografico pubblicato sulla rivista AL a cura sempre di Anna Chiara Cimoli, costituisce un primo strumento per avanzare un’analisi critica del lavoro di Gnecchi Ruscone, che riguarda diversi ambiti della sfera professionale. Vi si trovano infatti esperienze nella residenza popolare (il Quartiere INA Casa a Vialba assieme a Vito Latis, 1957-1962) e privata (Villa Tosi a Porto Santo Stefano, 1957-1961), negli edifici per uffici (Uffici della Sede Pirelli a Cagliari, 1963-1966), nell'edilizia scolastica (Scuole elementari a Biella, 1960-1962 e a Buccinasco 1962) e nell’ampliamento e restauro di edifici storici (Ampliamento di una villa in via Visconti di Modrone, 1974-1975).
Il libro offre inoltre un dettagliato regesto delle opere corredato da un breve saggio che ripercorre le tappe salienti della biografia dell’architetto, dando un ulteriore esemplificazione di quella fertile cultura del progetto germinata in ambito milanese nell'immediato dopoguerra.
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Vi ricordiamo che la Biblioteca dell'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano è aperta alla consultazione previa appuntamento ogni Giovedì (9:30-13:30) e Venerdì (14:30-18:30).