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Forme dello spazio aperto

From 06.11.2012 to 16.12.2012

Il progetto dello spazio aperto come elemento di relazione tra residenza e città. Architettura a volume zero attraverso l’opera di Aldo Aymonino. Un resoconto della serata


 Il progetto dello spazio aperto come elemento di relazione tra la residenza e la città.
Un resoconto dell’ incontro dedicato al progetto di Architettura a volume zero attraverso l’opera di Aldo Aymonino.

Proseguono gli incontri organizzati dal Master in Housing Sociale e Collaborativo di Poli.design / Politecnico di Milano, in collaborazione con la Fondazione dell'Ordine e con il Master Housing dell’Università degli Studi Roma Tre. .
martedì 24 ottobre serata dedicata all’opera di Aldo Aymonino, figlio d’arte e Ordinario allo IUAV di Venezia di progettazione e concentrata sullo spazio aperto e in generale pubblico.
Con l’autore al tavolo Sara Protasoni, ricercatrice del politecnico di Milano e docente di “fondamenti di architettura del paesaggio” e Stefano Guidarini, insieme a Paolo Mazzoleni coordinatore delle serate del Master.

Aldo Aymonino è uno spirito pratico tipicamente romano. Ed è proprio alla tradizione romana dei ‘Maestri di strada’ che si richiama citando in apertura della sua partecipata conferenza una loro massima del 1486, a signifiare del potere che incarnavano, a suo dire secondi solo al papa, sull’urbe. Si occupavano infatti della definizione degli allineamenti stradali, a significare il ruolo essenziale che lo spazio pubblico definisce sullo sviluppo delle nostre città.
Tuttavia oggi lo spazio pubblico non sta tanto bene, afferma, sta anzi perdendo il suo ruolo essenziale nel quotidiano individuale. Ma rimane, insieme alla Sanità e all’Istruzione, uno dei diritti fondamentale del cittadino: se infatti i primi rappresentano il diritto alla salute e allo studio, questo rappresenta il diritto ad incontrarsi. Oggi sembra che lo spazio pubblico del quotidiano sia odiato a favore dello spazio dei sogni che è la Rete, Internet, dove i siti dediti all’incontro tra sconosciuti proliferano.

L’architettura è forte quando la politica è forte. Lo spazio pubblico viene rappresentato attraverso il rapporto triangolare tra certezza dei fondi/responsabilizzazione della domanda/qualità della risposta tecnica. Un triangolo che, a detta di Aldo Aymonino, non si chiude mai.
Lo spazio pubblico costa poco in termini politici; tanto in termini partecipativi e di discussione; tantissimo in termini manutentivi, poichè anche il verde più elementare va manutenuto quotidianamente.
Per questo ciò che succede più sovente è che vi sia negli interventi su spazio pubblici più diffusi: scarsa manutenzione, poco rischio e grande permeabilità veicolare. Se non virare a parcheggio: ‘sterco del demonio’...
Con questa apocadittica introduce l’uditorio alla descrizione di una decina di suoi progetti, tra professione e pratica universitaria, e suddivisi in capitoli di seguito descritti.

Lo spazio pubblico della demagogia
Punta Perotti è esito del concorso vinto nel 2001 indetto da Lega Ambiente sulle aree costruite dai Matarrese a Bari. La proposta è spiazzante: perchè non sfruttare la volumetria ‘addomesticandola’? tagliando a fette il manufatto esistente. Una soluzione non propriamente corrispondente all’idea ‘bimbi e margherite’ del promotore.

Il centro delle Arti di Villaricca, concorso del 2006, propone invece una strategia di colonizzazione nel tempo, in modo che fondi e paesaggio si rimpolpino reciprocamente lungo un asse anonimo e già colmo di ‘rovine’.

Lo spazio pubblico dei flussi
un ascensore per S.Marino
, concorso del 1994, propone un modo scultoreo, inserendo due ascensori diagonali -15° e 5° di inclinazione- quasi fossero installazioni di Isamu Noguchi...

Nel 2002 Vivere a Venezia, un workshop con gli studenti di architettura , parte dalla definizione di Braudel di “città di pietra su una foresta inabissata”, in campo S. Stefano studiando i flussi pedonali propone delle ‘increspature’ di legno appoggiati agli edifici, per celare i brutti arredi dei bar, o il disegno delle fermate dei vaporetti che permettano di traguardare il cielo.

Lo spazio pubblico degli edifici
la ristrutturazione di un edificio della Manifattura Tabacchi di Roma, avviata nel 2004, in cui la doppia pelle in vetro e lamiera intrecciata, necessaria per il passaggio delle condotte degli impianti e delle passerelle di manutenzione. Il piano terra diventa un parterre di filtro tra la strada e la corte interna ribassata

La ristrutturazione e ampliameno della Angelini spa, a Nocera Umbra, ripropone la sequenza verso l’interno come percorso pubblico ma di proprietà privata, in cui l’uso dello spazio ne garantisce la manutenzione.

Lo spazio del completamento
La piazza a Decima
del 1996/99 per il concorso di Cento piazze a Roma, si insedia in uno storico quartiere Incis di Moretti e Libera, là dove erano previste 3 torri. La soluzione è creare una serie di infill definite dall’utilizzo di materiali diversi: cemento/marciapiede; travertino; erba a prato.

Ma l’esempio più convincente, forse anche perchè costruito, è il lungomare di Torrefaro, ben più nota come Cariddi, in cui con semplici liberazioni e il ridisegno di bordi, pedane, discese a mare, si riconquista il legame col paesaggio. Errori della locale DL permettendo.

Lo spazio dell’infill
a Istambul si sono proposte strategie per l’attraversamento della città densa da una parte, e per il completamento tra torri dall’altra. La densità di 32.000 abitanti per chilometro quadrato –Milano è a 8.000, giusto per capirsi- propone una strategia di contrattazione per la liberazione di spazi di attraversamento in cambio di volumetria, costruendo affiancco o sopra.

Per il parco Tione a Villafranca nel 2006 il programma è estremamente confuso. Su 10 ettari in cui sono insediate numerose attività sono a budget 500.000 €, come dire 5 €/mq, sapendo che il semplice prato a rullo, senza alcuna manutenzione, è di 7 €/mq.
Si decide così di congiungere i bordi senza toccare le aree di attività, concentrandosi cioè su un percorso attrezzato, definito in calcestre, prato  e vasche.

Infine presenta il programma di paesaggio portatile, del 2002, pensato per le Olimpiadi di Atene del 2004. Viene proposto un sistema di pedane smontabili in marmo bianco montato su alluminio, un “oggetto a configurazione variaabile” che a seconda delle pieghe imposte trova ogni volta una diversa figura.


Sara Protasoni
sottolinea quanto Aymonino ripeta spesso l'aggettivo “gioioso”, forse intuendo la scuola come intervallo della ricerca fuori dalla cerchia delle mediazioni professionali.
Aymonino risponde algido “se non mi diverto do il peggio”.

Stefano Guidarini invece riprende il problema del committente, accennato ad inizio conferenza. Come fare a rendere “conveniente” lo spazio pubblico? un problema italiano è forse che siamo un paese da sempre diviso e non abbiamo il senso civico proprio dei paesi nordici. Perchè paradossalmente gli spazi pubblici commessi da privati hanno esiti migliori?

Aldo Aymonino cita Nicolin quando dice che l'Italia non è uno stato moderno, ma contemporaneo nei consumi.
La città diffusa propone sicuramente meno spazi eccezionali della città storica: ma entro le mura Aureliane a Roma abitano in 120.000, mentre fuori vi sono 3 milioni di abitanti. se allora gli spazi meravigliosi sono estranei, bisogna a maggior ragione investire nella loro riqualificazione.
Il concorso delle 100 piazze fu uno sforzo nobile della giunta Rutelli, fu il primo tentativo in Italia di diffusione della qualità urbana. di queste ne vennero realizzate 36, manutenute nemmeno una...
A Roma dopo le Olimpiadi non si sono realizzate più opere pubbliche, c'è un problema anche di gestione degli uffici tecnici comunali, impreparati a riguardo.

Ma la risposta della cultura delle 'city beautiful' non può essere vincente.




Francesco de Agostini


prossimi incontri:

6 novembre 2012 dalle ore 21.00 | Abitare nella contemporaneità
Permanenza e mutazione nell’abitare urbano
Pierluigi Nicolin
Paolo Riolzi


15 novembre 2012 dalle ore 21.00
| Serata conclusiva: il futuro dell’Housing Sociale e Collaborativo. Conversazione con i protagonisti del settore
Saranno presenti i coordinatori e i membri del comitato scientifico del Master del Politecnico di Milano.

II Edizione del Master in Housing Sociale e Collaborativo
Programmare, progettare e gestire l’abitare contemporaneo.
Il Master è organizzato da POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano ed è supportato dalla Scuola del Design, dalla Scuola di Architettura Civile, dalla Scuola di Architettura e Società, e dalla Scuola di Ingegneria Edile e Architettura del Politecnico di Milano.

Partner principale dell’iniziativa è Fondazione Housing Sociale, insieme a Confcooperative Federabitazione, Legacoop Abitanti e Associazione Nazionale Costruttori Edili e FederLegno Arredo. Le più importanti Società di Gestione del Risparmio (SGR Immobiliare) hanno aderito all'iniziativa, tra le quali Polaris, Prelios, Investire Immmobiliare sgr e Torre sgr. Realizzato con il supporto di FederLegno Arredo, il Master durante la prima edizione ha ottenuto il patrocinio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Milano, dell’ACRI-Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, di Cassa Depositi e dell’INU-Istituto Nazionale di Urbanistica.

L’ inizio delle lezioni è previsto per gennaio 2013.

Per info e/o richieste Ufficio Coordinamento Formazione:
formazione@polidesign.net
Tel. 02/23995911

Alle ore 21.15
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano
via Solferino 19, Milano

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