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Palazzo Montedoria

Year:  1964 - 1970

Town: Milano, Centrale

Address: via Pergolesi 25

Intended use: Edifici per uffici

Designer: Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli

I lavori per Palazzo Montedoria vedono impegnato lo studio Ponti per quasi tutti gli anni sessanta. Il primo progetto redatto nel 1963, prevedeva all’interno di un lotto triangolare la realizzazione di una torre di 50 metri d’altezza che si ergeva leggermente arretrata, dal corpo basso quattro piani collocato sul fronte stradale di via Macchi. Questa soluzione non fu accettata dall’Amministrazione, e Ponti s’impegno alla realizzazione di un nuovo progetto: questo prevedeva la realizzazione di due corpi diseguali innestati l’uno all’altro, dando vita ad una forma spigolosa ed accidentata.

 

Il fronte su via Andrea Doria è caratterizzato da una facciata piana e leggera e dall’uso di un rivestimento in ceramica, ha inoltre un gioco di partiti sporgenti che si animano sovrapponendosi alla lunga superficie piana. E’ qui confermato il pensiero di Ponti che in quegli anni andava declinando il motto “l’architettura è fatta per guardarla. Perché l’architettura è paesaggio pubblico, attraverso le facciate. Le facciate sono le pareti della strada”. Il suo è un giocare con la superficie, con il rivestimento realizzato qui con quattro tipi di piastrelle, tre a rilievo e uno piano, disposti secondo una texture regolare, e con i vetri a filo esterno, perché riflettano il cielo e la luce. Qui il fronte è caratterizzato dal forte ritmo delle sequenze dei settori verticali, ognuno con una diversa distribuzione, delle aperture che lo scandiscono.

 

Si tratta quindi di un edificio mosso e leggero in cui, come lo stesso Ponti teorizzava, il vincolo dato dal regolamento edilizio che aveva impedito lo sviluppo in altezza, aveva portato alla necessità di rendere comunque aerea la struttura. In questa realizzazione come al museo di Denver e nella cattedrale di Taranto, Ponti arriva ad una sorte di culmine fantastico nel trasferire l’architettura in musica e tutti i temi presenti nei suoi lavori vengono riletti quasi in chiave fantastica e onirica.

 

Claudio Camponogara