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Stazione Garibaldi
Year: 1956 - 1963
Town: Milano, Garibaldi - Repubblica
Address: Piazza S.Freud
Intended use: Stazioni, aeroporti, metropolitane
Designer: Giulio Minoletti, E.Gentili Tedeschi, M.Tevarotto
“Un’architettura in ferro, nella quale non è stato concepito alcun dualismo tra struttura e architettura, l’una essendo totalmente integrata nell’altra. Da ciò l’essenzialità delle soluzioni adottate, con le grandi travi continue a parete piena prolungate al di là degli appoggi a formare due sbalzi uguali di 24 metri, come copertura della galleria delle carrozze e della galleria di testa: gli elementi di completamento tengono rigoroso conto di questa condizione di base e si sviluppano come coerente integrazione di una moderna costruzione metallica”. È questa una frase della relazione del progetto per la nuova stazione Garibaldi di Milano, pubblicata, nel 1964, su “Lotus Architectural Annual”.
Nel 1956 viene indetto un concorso per la progettazione dell’edificio viaggiatori della stazione Porta Nuova e per la sistemazione dell’area circostante. Risultano vincitori, ex aequo, due gruppi di progettazione: il primo capeggiato da Giulio Minoletti e il secondo formato da quattro fra architetti e ingegneri, romani (Sergio Bonamico, Franco Gigli, Guido Gigli e Dante Jannicelli). L’ipotesi di Minoletti consiste in una torre – l’edificio viaggiatori – che avrebbe dovuto essere costruita sopra un basamento in calcestruzzo armato precompresso al cui interno avrebbe trovato spazio la stazione vera e propria. Il progetto affronta inoltre, con particolare attenzione, il disegno dello spazio urbano, composto da un sistema di tre piazze poste su piani differenti: la prima sarebbe stata destinata al traffico urbano, la seconda, di sosta e collocata sul piano dei binari, sarebbe stata di uso esclusivo della stazione, la terza, infine, sfruttando la copertura della stazione stessa, avrebbe dovuto risolvere il problema del traffico e della sosta dell’edificio dell’albergo oltre a quello della stazione dei pullman, di quella della metropolitana – ancora da costruire, ma prevista – e dell’eliporto.
Il progetto realizzato attraverso la collaborazione dei due gruppi vincitori, è il risultato di una radicale riduzione dell’idea originaria. L’idea a fondamento è che la stazione della città moderna possa essere riassunta attraverso la costruzione di una sorta di grande piazza coperta in cui siano proprio gli elementi strutturali quelli attraverso cui definire la “forma” e il carattere del luogo. La stazione Garibaldi si risolve dunque, nella costruzione di una piastra di copertura la cui dimensione appare denunciata dalla scansione regolare di otto alte travi metalliche appoggiate su una serie di pilastri anch’essi in ferro. Al di sotto del tetto, in posizione arretrata rispetto al suo filo esterno, una leggera superficie vetrata, una sorta di diaframma, definisce il fronte dell’edificio, costruendo una distinzione fra lo spazio caldo e quello freddo, sempre coperto. È, dunque, l’utilizzo della tecnologia del ferro a permettere, agli architetti, di realizzare il grande sbalzo della copertura ben visibile dalla via Ferrari, che rende possibile, per così dire, l’ingresso della città nella stazione come pure il prolungamento della stazione nella città. Sotto la copertura, al di là della vetrata di ingresso, tutti gli elementi necessari al funzionamento dell’edificio vengono composti liberamente sul piano.
in “Lotus. Annuario dell’Architettura 1964-1965”, B. Alfieri, Milano, 1964
G. Ponti
Editore Milano Moderna, Milano, 1959
S. Guidarini, P. Salvadeo, M. Zerilli
in “Domus”, settembre 1995, n. 774.