Nel 1939 Asnago e Vender si occupano della progettazione di tre spazi commerciali: il Bar Moka, concentrato di essenzialità strutturale e rivisitazione di classici stilemi; la pasticceria Panarello, sobria e misurata innovazione; l’Istituto Ottico di piazza San Babila, primo di una serie di negozi realizzati per Viganò tra il 1933 e il 1964. Quest’ultimo è inserito all’interno della galleria di Palazzo del Toro, uno degli edifici costruiti secondo il piano Albertini per dotare la piazza di nuovi spazi commerciali, direzionali e di spettacolo. La necessità di coniugare la funzione di esposizione e vendita di apparecchi fotografici, con un reparto di ottica per misurazioni, esami ed assistenza al cliente, porta alla decisione di dividere longitudinalmente lo spazio, attraverso un diaframma in cristallo. L’area per la vendita, in diretta connessione con gli ingressi d’angolo, è un ampio spazio libero, arredato con banconi e bassi espositori lungo i lati, caratterizzati da linee essenziali e colori chiari. Le ampie finestre traslucide a tutta altezza, con esili telai in alluminio, portano luce in tutto l’ambiente.
La composizione del corpo scala disegna la parete di fondo: dall’ombra dello sfondato emergono la testate intonacate delle rampe, mentre i parapetti in cristallo rimangono segni quasi impercettibili. Lo spazio destinato alle visite oculistiche è posizionato all’interno, lungo il lato cieco, ma la trasparenza della parete divisoria ne fa cogliere l’estensione fin dall’ingresso. Entrando nel negozio, si coglie subito il grande dipinto a tinte chiare di Francesco de Rocchi che occupa la parete cieca del reparto ottica, velato dal diaframma di cristallo. La leggerezza e l’essenzialità degli arredi e dei divisori infonde grande risalto alle variazioni di tonalità della parete affrescata e delle pavimentazioni brune.