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Casa in via Giuriati

Anno: 1930 - 1931

Località: Milano, Corsica

Indirizzo: via Giuriati 5, Milano

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Giovanni Muzio

Questa palazzina d’abitazione, di gusto raffinato ed elegante, rivela una composizione architettonica, che, in pieno senso palladiano, oscilla tra regola e variazione, purezza e decoro, tradizione e rinnovamento. Con un’intonazione metafisica ed enigmatica, quest’opera ricorda gli spazi espositivi ideati nello stesso periodo da Muzio con il pittore M. Sironi all’Esposizione Grafica della Triennale di Monza (1930).

 

La facciata è strutturata in modo classico. Il piano terra, leggermente rialzato e rivestito di travertino di concio squadrato, corrisponde allo zoccolo dell’edificio. Il primo e il secondo piano costituiscono la parte principale del prospetto con il piano nobile di altezza maggiore e il motivo del mezzanino sovrastante. Il terzo piano, accentuato dall’applicazione del fitto ritmo di semicolonne, si pone a coronamento della facciata e riprende l’altezza degli edifici adiacenti. Come conclusione Muzio aggiunge un piano attico con terrazza e facciata arretrata, quasi impercettibile dall’angusto spazio della strada. Queste quattro fasce orizzontali sono suddivise da cornicioni di pietra, che si distinguono con nettezza dallo stucco marmoreo di colore bianco dei piani superiori.In senso verticale sono rintracciabili sette assi, ben leggibili al terzo piano nel ritmo delle finestre francesi alternate da semicolonne. Al piano terra questa partizione è ripresa con aperture su tutti gli assi, enfatizzata nella parte centrale dal motivo ad arco del grande portale d’ingresso, con portico e balcone sovrastante, che, insieme alle fasce di pietra verticali delimitanti la casa verso gli edifici confinanti, denunciano la complessiva simmetria della facciata. Negli altri piani il ritmo regolare di finestre identiche, messe in fila al terzo piano, è notevolmente variato. Muzio chiude alcune delle finestre a favore di una tensione tra aperture e superficie chiusa: al piano attico le finestre del secondo e del sesto asse sono sostituite da archi ciechi, al piano nobile le finestre sono alternate da altri grandi archi ciechi – richiamando il motivo del portone – a cui corrispondono al secondo piano tre nicchie oblunghe con affreschi realizzati dal pittore M. Zappettini.

 

L’impiego di materiali preziosi è limitato, ma raffinato: la zoccolatura, le cornici e le fasce verticali laterali sono in beola di Val d’Ossola, i pilastri del portico in granito di Samolaco e le inferriate di ferro battuto. Gli appartamenti ai piani superiori occupano sempre un piano intero. Muzio mantiene la consueta differenziazione tra il corpo principale (padronale) verso la strada e l’ala laterale (servizi, cucina, servitù) verso il cortile, rinunciando però al tradizionale doppio corpo scala, che distingue l’ingresso padronale da quello per la parte di servizio, accessibile in questo caso dall’unico vano scala attraverso una porta secondaria. A piano terra il passaggio centrale diventa accesso unico e comune, fungendo contemporaneamente anche da passo carraio per i garage nel cortile, dividendo il piano in due alloggi, di cui quello più piccolo per la portineria. L’economia degli spazi di accesso è compensata dalla pavimentazione preziosa del passaggio del portone con mosaico di marmo.

 

Annegret Burg