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Legnano stupisce per una sua originalità di città. Da poco più di due borghi lineari sulle due sponde del fiume Olona, ancora a metà Ottocento, si è estesa con un tessuto compiutamente urbano, ricco delle discontinuità date dalla giustapposizione di diverse tipologie edilizie. Una definita urbanità costruita – nei momenti salienti della propria evoluzione – trasferendo anche nel campo del costruire l’atteggiamento di apertura al nuovo e la spinta ideale verso il futuro della classe industriale che ha dato a questa città la sua forma moderna. Traendo forza dalla posizione baricentrica tra Milano e Varese, Legnano contempera però la durezza urbana dell’isolato milanese con le suggestioni della città-giardino collinare, attingendo da entrambi i poli i modelli di riferimento da declinare alla scala locale. Interventi di professionisti di primo piano dell’architettura milanese e non solo (BBPR, Luigi Caccia Dominioni, Vito e Gustavo Latis, Franco Albini e Franca Helg, Enrico Castiglioni, e, nella contemporaneità, Guido Canella, Gino Valle, Renzo Piano) siglano in maniera emblematica questa ricerca e si inseriscono nel tessuto edificato dando vita ad una rassegna dei temi principali della ricerca tipologica dell’architettura moderna.
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