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Teatro del Popolo della Società Umanitaria
Year: 1910 - -0001
Town: Milano, Guastalla
Address: Via Fanti, Via San Barnaba
Intended use: Teatri
Designer: Cesare Mazzocchi, Luigi Mazzocchi
Il Teatro del Popolo viene fondato dalla Società Umanitaria nel 1910, utilizzando il capannone principale della Società Tecnomasio Brown Boveri adibito fino a pochi anni prima alle lavorazioni elettromeccaniche. Esso rientrava nel programma generale dell’Umanitaria, che fin dalla sua fondazione, nel 1893, aveva individuato nell’istruzione, nella formazione professionale, nelle scuole d’arti e mestieri, nell’acculturazione di massa lo strumento privilegiato per il riscatto sociale delle classi popolari, ma anche un fattore decisivo di modernizzazione della società. Quando, verso il 1906, si insedia nell’area tra via Pace e via Fanti (fino ad allora sede del complesso industriale Tecnomasio Brown Boveri, che stava trasferendosi in via De Castillia all’Isola), l’Umanitaria distribuisce le sue varie iniziative negli ex capannoni produttivi, dalla scuola del libro alla scuola falegnami, dalla scuola di meccanica alla scuola muraria, dal museo sociale alla biblioteca popolare, ma destina a sede del Teatro del Popolo il capannone principale, che viene riadattato al nuovo uso su progetto di Luigi e Cesare Mazzocchi. Il grande spazio a navata centrale, con ampie vetrate laterali, nella trasformazione a Teatro del Popolo riesce a mantenere i caratteri di essenzialità costruttiva e ad esaltare una sobrietà figurativa che contraddistingue, in questo periodo, l’architettura industriale degli opifici e delle fabbriche.
Scriverà nel 1912 Augusto Osimo, uno dei primi segretari generali e tra i principali promotori dell’Umanitaria: “La sala è immensa, perché contiene duemila persone sedute, ma non basta per tutti coloro che aspirerebbero ad entrare e che avrebbero diritto allo spettacolo… La sala è grande, ha una certa bellezza nella sua rude grandiosità e semplicità, ha virtù di aerazione e, per la musica, di acustica (…)”. Il Teatro del Popolo fu assai attivo ma ebbe vita breve: sotto il Fascismo tutte le attività dell’Umanitaria vennero fortemente osteggiate, e tra queste il Teatro del Popolo che, ormai quasi del tutto dismesso, verrà gravemente danneggiato dai bombardamenti dell’agosto 1943, e definitivamente demolito nel 1945.
A proposito dell’esperienza del Teatro del Popolo, nel suo studio sul Sistema teatrale a Milano, Guido Canella osserva: “Il Teatro non riuscirà, per le sue pregiudiziali intenzioni, a condizionare il sistema teatrale milanese, né a promuovere stabili rapporti e continuità di ricerca con un vasto pubblico. Ma, se il luogo è provvisorio, quantunque allestito dignitosamente, è importante rilevare come questo Teatro del Popolo (anche se in realtà «per» il popolo), che vuole essere diverso dagli altri, trovi la sua caratterizzazione architettonica, ricorrendo, sovrapponendosi anzi, ad un’altra recente tipologia, quella tecnico-funzionale dell’industria. Si determina in questa breve confluenza fisica un nodo esemplare, quasi simbolico, tra teatro e luogo. Di quello, cioè, che potrebbe essere, e che invece non sarà, l’incontro tra teatro e città del lavoro (…)”.