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Restauro e sopralzo di Palazzo Ponti
Year: 1950
Town: Milano, Brera
Address: via Bigli 11
Destinazione d'uso: Edifici residenziali
Nel 1950 lo studio BBPR assume l’incarico per la ricostruzione del palazzo del marchese Ponti in via Bigli, a soli trecento metri di distanza dagli edifici in via Borgonuovo, ai quali i BBPR avevano messo mano due anni prima. In questo caso, tuttavia, il tema delle preesistenze è particolarmente delicato perché il palazzo tardo quattrocentesco, benché ampliato e modificato nei secoli successivi, conserva ancora un cortile decorato con affreschi attribuiti a Bernardino Luini e miracolosamente sopravvissuti ai bombardamenti. La facciata su via Bigli, anch’essa risparmiata dagli eventi bellici, viene restaurata, ma il progetto di recupero del palazzo si svolge a partire dal vuoto del cortile bramantesco: i BBPR, innanzitutto, decidono di ripristinarne le proporzioni originarie, smantellando il sopralzo costruito a inizio Ottocento. In sostituzione realizzano un nuovo sopralzo a gradoni e con falde inclinate in modo che, dal piano terra, nulla appaia al di sopra della linea di gronda originale. I tre livelli aggiunti formano un invaso di terrazze digradanti verso il nucleo rinascimentale che, in questo modo, assume ancor di più il valore di elemento ordinatore dell’intero edificio.
L’intervento di via Bigli chiude la prima fase della ricerca dei BBPR sul tema del reticolo tridimensionale, reticolo che qui ritroviamo applicato alla facciata verso il giardino. Il fronte interno, infatti, è ritmato da una fitta maglia la cui scansione in orizzontale riprende l’andamento dei livelli della struttura storica. Proprio come nell’edificio Perego, anche qui il rapporto dialettico tra il tamponamento e la griglia riportata in aggetto viene rafforzato dal diverso trattamento cromatico delle due componenti. Allo stesso modo i piani aggiunti al cortile sono scanditi nei prospetti dal ritmo regolare dei pilastrini aggettanti rispetto al filo di facciata. Nel prospetto interno di Palazzo Ponti, tuttavia, a differenza di quanto accade in altri progetti dello studio BBPR, dal Palazzo per le Poste a Roma all’edificio di via Borgonuovo, il disegno è rigorosamente simmetrico e rafforzato dalla presenza di un loggiato di ampiezza pari alla dimensione del cortile, ritagliato in corrispondenza del piano nobile. Ne consegue che la facciata abbia un sapore classicista, sicuramente consono al tema del palazzo nobiliare ma molto distante dalle sperimentazioni che gli stessi i BBPR conducono in quegli anni (ad esempio con il progetto incompiuto per il Palazzo Venier dei Leoni a Venezia). Il processo messo a punto in quest’occasione, tuttavia, permette di comprendere a fondo il senso della progettazione critica basata sul rapporto con la preesistenza in cui i vincoli – consistenza e forma dei volumi, altezza degli interpiani, presenza del frammento monumentale – sono convertiti in soluzioni architettoniche volte a ristabilire l’autenticità degli spazi.