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Complesso Residenziale in via S. Pellico
Year: 1995
Address: via Silvio Pellico 13 / viale F.V. Giulia 4, Bollate
Intended use: Edifici residenziali
Designer: Raffaele Toniutti
Circa 20 anni fa, un gruppo di giovani amici ed una libera Associazione di volontariato, il Fogolar Furlan di Bollate, si sono ritrovati allo scopo di costruirsi “la propria casa” con l’obiettivo primario del controllo delle economie nella qualità dell’abitare.Con molta ambizione si decise di ripetere in piccolo l’esperienza di autogestione già collaudata in altri tempi e luoghi - un esempio per tutti il villaggio “Matteotti” a Terni di Giancarlo De Carlo - ma in un territorio come quello Milanese già allora presidiato da infiniti interessi politici e progetti speculativi.
La fortuita concomitanza di combinazioni favorevoli ha favorito il sinergico lavoro del progettista arch. Raffaele Toniutti nonché il buon esito di questa felice quanto probabilmente irripetibile esperienza in “autocostruzione”: la trasparenza nonché la caparbietà dell’eterogeneo gruppo; i nuovi comparti espansivi integrati previsti dal lungimirante PRG di Paolo Ferrante; l’incarico progettuale per la redazione degli specifici piani particolareggiati assegnato dall’Amministrazione Bollatese a Marcello De Carli; la massima disponibilità dimostrata dall’allora Amministrazione Comunale guidata dall’assessore delegato Ing. Antonio Pastore.
Non è retorico né anacronistico sottolineare come il risultato sia un moderno borgo (di 46 unità edificate in osservanza delle vigenti norme sull’edilizia residenziale convenzionata) che facendo sue le “priorità” tipologiche e sociali imposte dai lavoratori delle acciaierie di Terni a Giancarlo De Carlo, ha generato spazi pedonali e di incontro che sono oggi la felicità dei bambini ed il piacere dei loro genitori, esattamente come succedeva 60 anni fa nelle vecchie corti rurali (v. il corsello pedonale centrale delimitato dalle due schiere contrapposte;il centro di aggregazione sociale, con costi sostenuti completamente dal gruppo, fulcro di vita dell’intero quartiere;le due piazzette, superiore e ipogea, poste sul prolungamento del parco pubblico comunale generato dal progetto di De Carli; le numerose penetrazioni trasversali con funzione di collegamento pedonale con parcheggi o aree verdi ma che alimentano la “permeabilità sociale” dell’iniziativa.
Gli stilemi architettonici di riferimento non potevano che orientarsi verso l’architettura rurale lombarda con il mattone rosso faccia a vista che diviene il materiale predominante. Mentre il rigoroso allinamento delle facciate, imposto dalle dimensioni del lotto fondiario, come nel monastero della Certosa di Pavia veniva rotto dal ritmo scandito dalle torrette che qui individuano ciascuna delle 46 unità residenziali, come nelle corti Lombarde i portali individuano gli accessi principali divenendo gli elementi caratterizzanti del disegno delle due facciate Nord e Sud. Da ultimo la caratteristica illuminazione interna con i lampioni appesi ai cavi tirati tra una e l’altra schiera, trasmette tutte le emozioni della strada urbana del tempo che non c’è più.