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Depuratore di Milano-San Rocco

Anno: 2001 - 2004

Località: Milano, Parco delle Abbazie

Indirizzo: Ronchetto delle Rane

Destinazione d'uso: Edifici per l'industria

Progettista: Studio Quattroassociati

L’impianto di depurazione di Milano S. Rocco, dimensionato per 1.050.000 abitanti equivalenti, è localizzato alla periferia sud della città, in prossimità del Borgo di Ronchetto delle Rane, non distante dall’Abbazia di Mirasole, in un ambito agricolo di particolare pregio paesistico-ambientale, fortemente improntato dalla bonifica monastica e caratterizzato dalla presenza di un fitto reticolo idrografico di rogge in gran parte alimentate dalle acque di Roggia Ticinello, che dà origine e nome ad un importante comprensorio irriguo del Sud Milano. Tutte le acque trattate in uscita dall’impianto, la cui portata si aggira sui 4 mc/s a medio regime, sono utilizzabili ai fini irrigui e reimmesse in due altre Rogge (Carlesca e Pizzabrasa) altrimenti penalizzate dalla deviazione dei reflui verso il depuratore.

 

I complessi edilizi rurali esistenti nell’area, generalmente organizzati in più corpi di fabbrica con destinazioni diverse nel rispetto delle attività produttiva che vi si svolgono, la cui organizzazione planimetrica segue sempre le tracce dei campi, sono stati assunti come esempio di coerenza nel processo di costruzione del territorio. Il progetto per il depuratore Milano San Rocco, nel rispetto dei vincoli posti dalle esigenze impiantistiche e funzionali, tenta di interiorizzare queste qualità specifiche del luogo, stabilendo una continuità con la logica degli interventi che l’hanno preceduto. La morfologia dell’impianto, inserito seguendo l’ortogonalità preesistente della perimetrazione dei campi, è definita dalla presenza del grande bacino dove vengono attivati i trattamenti biologici e la sedimentazione secondaria delle acque. E’ delimitato su tre lati da un argine di terra che costituisce una barriera verde alla percezione delle vasche e dei muri che le delimitano. Il quarto lato, rivolto verso la città, è costruito dagli edifici destinati alle lavorazioni meccaniche. La successione degli edifici è ordinata da un lungo percorso coperto che misura la dimensione totale dell’impianto, ne defi nisce in modo unitario il fronte edilizio verso la città, connette l’edificio a pianta triangolare che ospita gli uffici e i locali di rappresentanza con le aree di lavorazione.

 

Tutti gli edifici sono stati realizzati in calcestruzzo per uniformarsi all’aspetto delle vasche di depurazione, necessariamente costruite con questo materiale, in modo da conferire unitarietà formale all’impianto. Anche l’uso del colore, presente in modo significativo, non è stato applicato come mero elemento decorativo, ma evocativo del processo di depurazione. Così il lungo prospetto rivolto verso la città è tutto giocato sui toni del blu che gradatamente sfuma, in una successione di onde cromatiche, nell’azzurro fino a concludersi nella vasca di acqua trasparente di fronte all’atrio di ingresso all’edificio di rappresentanza, e simboleggia proprio il processo di  depurazione delle acque che, da scure e sporche all’ingresso, diventano via via sempre più pulite e chiare.

 

A cura di Cesare Salvetat