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Uffici Torno 2

Year:  2001 - 2006

Town: Milano, Farini

Address: Via Valtellina

Destinazione d'uso: Edifici per uffici

Designer: Dante O. Benini & Partners

Il progetto ha percorso tre fasi, il rifacimento di un edificio esistente, l’arredo dello stesso, la costruzione di un secondo edificio. La struttura nasce nei pressi della Dogana allo Scalo Farini in un’area precedentemente occupata da un edificio anni Sessanta alto 6 piani e da un’area di servizio carburanti estesa su 1800 mq. Il palazzo da rinnovare era un edificio degli anni Sessanta, del quale è stato mantenuto solo lo scheletro strutturale. A partire da esso, i punti salienti che caratterizzano l’edificio sono la facciata interattiva, ovvero la “seconda pelle” di vetro, progettata con la consulenza di Arup Italia; la copertura del tetto e dei volumi tecnici con elementi in vetro ed acciaio, che ha permesso di non avere utilities interne ma tutte appoggiate all’edificio; la scala che ha dato origine ad un volume libero, galleggiante ed inondata di luce naturale. L’arredo interno è stato studiato secondo la logica di spazi aperti e spazi comuni per ritrovarsi non solo nelle pause.

 

La vetrata esterna è appesa strutturalmente al trave di bordo del 7° piano, mediante mensole d’acciaio, alla distanza di 60 cm dalla facciata interna. In questa intercapedine, si determina un flusso d’aria che entra dal grigliato inferiore ed esce in alto attraverso un’apertura longitudinale (facciata ad isolamento dinamico naturale). L’intercapedine è praticabile mediante passerelle in grigliato situate ad ogni piano; contiene le tende a rullo motorizzate, collegate al sistema centrale di controllo. Questa facciata costituisce un sistema importante di contenimento energetico e di comfort interno, con notevole riduzione dei carichi solari. Per massimizzare il risparmio energetico e il comfort interno è stato studiato l’orientamento delle facciate per ottimizzare le prestazioni delle chiusure trasparenti che sono state differenziate secondo l’orientamento, la quota, la posizione. Una delle peculiarità del progetto è proprio la sistemazione degli impianti: per ottenere la massima fruibilità degli spazi interni, le condutture sono appese all’esterno della parete nord e schermate da un scudo leggero in lamiera di acciaio inox, interrompendosi a livello del primo piano in modo da non creare ingombro al piano stradale.

 

La particolarità del secondo edificio, ex novo, è la grande copertura in lamiera d’acciaio inossidabile, microforato nella parte di passaggio degli impianti, piena, coibentata e impermeabilizzata dove funge da copertura. La forma libera della copertura è un settore di sfera che parte nel suo vertice dal punto più alto, sopra il vano circolare dell’ascensore che incerniera i due edifici, e scende verso terra. Il complesso è formato da tre volumi tutti collegati fra loro a formare un unico complesso, tuttavia i tre elementi possiedono ingressi separati che li possono rendere anche completamente indipendenti fra loro. Il primo e il secondo edificio, sono collegati tra loro da una struttura in cemento armato che contiene scale e ascensori, sono distribuiti come open space. Il terzo blocco è invece concepito come spazio polifunzionale che può assolvere alle più disparate destinazioni d’uso: da ristorante a centro congressi ad area espositiva. L’ingresso è aperto verso la città ed è chiara l’intenzione di renderlo fruibile al di là degli orari di lavoro. L’illuminazione artificiale, può mutare intensità, colore e quantità a seconda dell’attività creando un’interazione con l’umore degli utenti e le loro necessità, e variando a sua volta la morfologia immaginaria dell’edificio (superficie: 10.000 mq fuori terra, 8000mq interrati, costo: 25.000.000 euro).

 

Alessandro Trivelli