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Quartiere Fratelli di Dio

Anno: 1950 - 1953

Località: Sesto San Giovanni, Sud

Indirizzo: via Fratelli di Dio

Destinazione d'uso: Quartiere residenziale

Progettista: Giancarlo De Carlo

Il quartiere è contraddistinto da una semplice organizzazione insediativa articolata in due gruppi di edifici: il primo prevede tre corpi di fabbrica alti cinque piani, paralleli a via Fratelli di Dio ma progressivamente distaccati dal filo stradale da una distanza crescente che aumenta con un misura pari alla larghezza del corpo di fabbrica; il secondo gruppo consiste in cinque edifici orientati in modo ortogonale rispetto ai precedenti e disposti dietro di essi. In questo secondo sistema “a pettine” i due edifici laterali presentano un’altezza pari a quattro piani, come quelli allineati sulla strada, mentre quelli centrali sono più bassi.

 

L’edificio più significativo è quello progettato da Giancarlo De Carlo, situato al centro della composizione, in fregio a via Fratelli di Dio. Si tratta della prima opera costruita in autonomia dall’architetto dopo l’esperienza nello studio di Franco Albini. La distribuzione è a ballatoio: quest’ultimo, servito da tre corpi scala, permette l’accesso a una sequenza di alloggi relativamente piccoli conclusa, alle due estremità del corpo di fabbrica, da due alloggi più grandi che si estendono in profondità fino a “chiudere” il percorso del ballatoio stesso. Gli alloggi piccoli sono costituiti da soggiorno e camera da letto rivolti a sud, mentre cucina e bagno sono collocati a nord sul lato del ballatoio. Gli ambienti sono disimpegnati da un piccolo spazio dimostrando una organizzazione molto razionale. Gli alloggi più grandi hanno una stanza in più ma a causa della loro collocazione in testa all’edificio l’architetto è stato costretto a prevedere un corridoio che collega l’ingresso servito dal ballatoio con il centro dell’alloggio. Le regole aggregative degli spazi abitabili sono fortemente influenzate dal passo strutturale poichè le partizioni tra gli ambienti coincidono con gli allineamenti tra i pilastri. La facciata verso sud è caratterizzata da una certa dinamicità ottenuta componendo, con semplici ma efficaci variazioni, due moduli di base, il pieno e il vuoto corrispondenti rispettivamente ai soggiorni e alle logge.

 

La composizione della facciata verso nord presenta un impaginato modulare focalizzato su due tematiche principali: l’esposizione del sistema strutturale, e la presenza del ballatoio staccato dalla parete perimetrale di per evitare problemi di introspezione visiva. Poiché i pilastri sono posti sul filo esterno del ballatoio restano in vista anche le travi che fuoriescono dall’involucro murario, passano sotto il ballatoio e si raccordano ai pilastri stessi. La facciata risulta così profonda, ariosa e allo stesso tempo rigorosa e sobria. Nonostante l’intenzione del progettista di tenere il ballatoio “lontano” dagli alloggi esso diventa un elemento importante nella vita della casa: “ho passato qualche ora ad osservare […] il moto degli abitanti nella mia casa […] la gente era a nord tutta sui ballatoi davanti a ogni porta, con sedie a sdraio e sgabelli, per partecipare da attori e da spettatori al teatro di loro stessi e della strada”. (De Carlo, 1954, p. 29)

 

Marco Lucchini