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Torre Velasca

Anno: 1951 - 1958

Località: Milano, Duomo

Indirizzo: Piazza Velasca 5

Destinazione d'uso: Edifici per residenze ed uffici

Progettista: BBPR, A. Danusso

Progettata su incarico della Società Generale Immobiliare, la Torre Velasca viene costruita fra il 1951 e il 1958. I lavori si protraggono lungo l’arco di quasi un decennio, a testimonianza di un iter progettuale complesso e tormentato. La Società Generale Immobiliare era proprietaria dell’intero isolato fra le vie Velasca, Pantano e corso di Porta Romana, gravemente compromesso dai danni bellici. La richiesta avanzata ai Bbpr è di concepire un edificio misto terziario-residenziale, nell’ambito di una più ampia riconfigurazione urbanistica dell’aerea. A partire da un’idea originaria, che prevedeva un semplice volume trasparente con curtain wall, segue un’ipotesi intermedia, che mostra un corpo tripartito e rastremato verso il basso, primo tentativo di rompere la compattezza del volume e affrancarsi dall’immagine canonica del grattacielo modernista. Si fa strada successivamente l’idea di conferire, a quella che sempre più appare come una “torre”, la caratteristica immagine “a fungo”.

 

Si consolida così la soluzione costituita da un fusto di base a sorreggere un parallelepipedo aggettante, la cui copertura è articolata da una serie di volumi accessori. Inoltre, il reticolo strutturale acquisisce il ruolo di caratterizzante elemento espressivo. I primi diciotto piani, riservati agli uffici, e i sovrastanti sette piani aggettanti, per un’altezza complessiva di 106 mt, sono solcati da costoloni in calcestruzzo armato, da sempre citati in modo approssimativo a riprova del presunto carattere neomedievale della torre. Essi, caratterizzati da una geometria estremamente complessa, si inflettono “a mensola” in corrispondenza del volume superiore e sono composti da graniglia di marmi veronesi semilevigata. Una qualità analoga è presente nelle solette, sottolineate da un trattamento in cemento martellinato, sulle quali poggiano i pilastrini sporgenti dal filo di facciata ad inquadrare le aperture, caratterizzate da serramenti in alluminio anodizzato e brunito.  Gli stessi pilastrini sorreggono il tamponamento opaco, costituito da pannelli prefabbricati in graniglia di marmo con inclusione di clinker. L’apparente rigidità conferita all’intero volume dai perentori costoloni è stemperata dalla disposizione delle aperture. I vuoti aumentano progressivamete sui pieni procedendo verso l’alto, sino allo svuotamento dell’angolo nel corpo superiore, dove trovano posto delle logge. Le finestrature assumono inoltre un andamento più libero, quasi volutamente casuale in corrispondenza degli appartamenti, a marcare sottilmente la differente destinazione d’uso della parte sommitale.

 

L’articolazione degli appartamenti secondo diversi tagli, fra cui anche sei duplex, mira a caratterizzare in maniera differente ogni angolo del volume e a sfruttare al meglio i diversi orientamenti. Agli alloggi si ha accesso dalla colonna strutturale centrale in calcestruzzo armato, dove trovano posto quattro ascensori, due che servono i primi diciotto piani, contenenti uffici e studi con abitazioni, e due che conducono direttamente agli appartamenti distribuiti dal diciannovesimo al venticinquesimo livello. Completa il complesso un volume d’ingresso, sospeso su quattro pilastri e contenente esercizi commerciali ed uffici, e due piani interrati per complessivi 450 posti auto.

 

Federico Ferrari