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Le piazze sono “collettori” e “generatori” al tempo stesso, raccolgono dalle strade convergenti quella vitalità che sono in grado di restituire e diramare a loro volta. Per questo, nella città storica europea, la piazza rappresenta il nodo architettonico più significativo, grazie proprio all’energia delle attività umane che in esso si genera. L’accelerazione verso l’espansione urbana avvenuta dal secondo dopoguerra ha condotto alla costante diminuzione di questa intensità; privata della propria centralità urbana, la piazza ha visto sempre più ridotta la propria attività. Una definitiva riduzione del ruolo della piazza si è inoltre verificata, nel corso del Novecento, in quelle città o parti di città che si sono sviluppate secondo una politica che ha privilegiato il trasporto automobilistico. La ricerca verso uno sviluppo urbano per parti formalmente compiute, avvenuta negli anni Sessanta, ha portato gli architetti a ripensare la piazza come un luogo vitale per i nuovi quartieri. Il presente itinerario, alla luce di queste esperienze, mostra alcuni recenti casi in cui la contemporaneità ha riproposto il tema della piazza reinterpretandone il significato urbano e sociale e il suo ruolo rispetto alla morfologia della città esistente.
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